Milano non perdona e “munge” i suoi cittadini: niente sconti sulle multe

27 Gen 2017 14:09 - di Redazione

Milano non perdona i suoi peccatori, anche perché come al solito quando c’è da fare cassa al cittadino non viene risparmiato nulla. Il sindaco Sala s’è così opposto alla proposta di una mini-sanatoria: nessuna rottamazione in arrivo per le multe e le sanzioni sui tributi non pagati dai milanesi. Lo ha deciso la Giunta comunale che così non aderirà alla facoltà, concessa dal Governo alle amministrazioni locali con una legge dello scorso dicembre, di accedere alla procedura di definizione agevolata, ovvero la facoltà di annullare le sanzioni applicate a multe e tributi notificati (sulle infrazioni al Codice della strada, Tasi, Tari, Imu e una serie di altri oneri). La decisione della Giunta è motivata dalla volontà di proseguire nel proprio intento di recuperare quanto dovuto e dal fatto che la rottamazione “produrrebbe una chiara disparità di trattamento a danno di chi ha regolarmente pagato”, spiega il Comune. 

Niente sconti sulle multe,
neanche dopo la fine di Equitalia

Il Comune procederà senza sconti: «La rottamazione incrinerebbe l’esistente rapporto di fiducia tra il Comune e i cittadini e le imprese, che deve fondarsi sulla certezza del diritto», spiega la delibera approvata oggi. La decisione odierna è coerente con quanto operato in passato per le sanzioni fino al 2011: dal 2012 il Comune si è impegnato in prima persona nella riscossione coattiva e oggi l’amministrazione è in grado di esercitare direttamente una funzione di recupero che in precedenza era interamente delegata ad Equitalia. Secondo quanto indicato dalla giunta, il Comune è deputato a ripristinare il rispetto degli obblighi per chi incorre in sanzioni e l’adesione alla definizione agevolata indurrebbe i cittadini che non adempiono ai propri obblighi a perseverare in comportamenti opportunistici contrari alla convivenza sociale. La procedura di definizione agevolata è entrata in vigore dopo la decisione del Governo di abolire Equitalia e riguarda gli enti, come il Comune di Milano, che operano una riscossione diretta secondo un proprio “regolamento di gestione”. 

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