La minoranza dem alza la testa: al congresso Renzi faccia il serio
Pd allo sbando? La scomparsa di Matteo Renzi dalla scena fa ringalluzzire la minoranza dem in vista del congresso che dovrà scegliere il nuovo segretario o confermare l’ex premier rottamatore alla guida del Nazareno. «Fino a qualche tempo fa il Pd sembrava avere una sola voce e tanti che salivano sul carro. Oggi c’è un clima diverso, non posso che esserne felice». Parola di Roberto Speranza che dai microfoni di Rainews24 commenta la candidatura alla segreteria di Michele Emiliano.
Speranza: Renzi lasci il passo
«Fino a poco tempo fa erano in pochi a dire no, ora è positivo che ci siano altre personalità in campo». Speranza è pronto a dare battaglia alla maggioranza: «Quando mi sono candidato alla segreteria ho chiesto a Rossi e Emiliano di essere presenti. Con Emiliano stiamo pensando di fare alcune tappe del viaggio in Italia insieme. Sosterrò un candidato premier diverso da Renzi», ha aggiunto dicendo che la coincidenza delle figure di segretario e di premier «è una cosa sbagliata, io mi sono candidato alla segreteria del Pd». A dicembre il 37enne portabandiera della minoranza dem nel corso di un’assemblea aveva annunciato la sua scelta di scendere in pista in prima persona: «Arriverà presto il congresso del Pd e io a questo congresso ci sarò. Non deve essere un uomo solo al comando che pensa di risolvere tutto da solo, ma deve ricostruire un collettivo e mettersi al servizio della ritessitura del centrosinistra».
Basta un solo uomo al comando
Il messaggio è rivolto chiaramente a Renzi e al suo dirigismo. «Ci vuole una discontinuità vera, bisogna costruire una alternativa a Renzi. Io non sono nemico di Renzi, ma serve una discontinuità marcata», ha spiegato Speranza che poi ha parlato anche della figura del “giovane Prodi” evocata da Pier Luigi Bersani. «Quando lo ha proposto, credo che Bersani si riferisse alla figura di un nuovo federatore che sappia allargare il campo, tenere insieme energie diverse». Sui nomi, Speranza non si è sbilanciato: «Bersani stesso ha detto di non voler svolgere ruoli di primo piano. Enrico Letta è un nome di primissimo piano. Ma non starei a fare il giochino dei nomi. Il punto è aprire una fase nuova non più con l’uomo solo al comando». La segreteria del congresso, particolare non irrilevante, è composta dallo staff del segretario. Problemi? «Renzi è libero di farla come meglio ritiene. Gli direi solo di stare attento a non fare solo il gioco delle figurine se poi la linea del partito è la stessa».