Istanbul, la ragazza che aveva previsto la sua fine: «Morirò in un’esplosione»

3 Gen 2017 15:16 - di Robert Perdicchi

Aveva previsto tutto. “Esploderò”. E forse non scherzava, ma aveva colto il pericolo che un posto così in vista, a Istanbul, poteva rappresentare anche per lei. Di sicuro fa impressione rileggere ora, dopo la sua morte nell’attentato di Capodanno a Istanbul, il post che una delle vittime della strage, Rita Chami, al nightclub Reina scrisse prima di partire per la Turchia. «Spero di divertirmi, ma nella peggiore delle ipotesi morirò in un’esplosione e seguirò mia madre», aveva scritto la 26enne libanese prima di partire per Istanbul. Studentessa alla facoltà di scienze e tecnologie presso l’American University di Beirut, la ragazza aveva perso da poco la madre a causa di un tumore. La giovane è una delle 39 vittime dell’attentatore del sedicente Stato islamico (Is) e, si dice, è morta tra le braccia del fidanzato Elias Wardini, nella foto con lui. Elias Wardini era un giornalista ed è stata una delle prime vittime a essere identificate. Una foto pubblicata sul suo profilo Instagram lo ritrae con una ragazza, Rita Chami, anche lei morta nell’attentato.

Anche offese alle vittime di Istanbul

Alle vittime della strage non sono mancate neanche le offese. Un cittadino libanese, Ramzi al-Qadi, è stato arrestato dalle Forze della sicurezza di Beirut per aver insultato sul suo account di Twitter le 39 vittime dell’attentato sferrato la notte di Capodanno nel nightclub Reina a Istanbul, in Turchia. Lo rende noto l’agenzia di stampa libanese Nna, spiegando che l’uomo è stato interrogato per spiegare i motivi che lo hanno portato a scrivere i post in cui tra l’altro dice: ”Sono morti ubriachi mentre facevano baldoria. Possano andare all’inferno”. L’uomo ha anche criticato la decisione di usare un aereo della Middle East Airlines per portare i familiari delle vittime a Istanbul, affermando che è una ”compagnia dedita al saccheggio”. Tra le 39 vittime dell’attentato di Istanbul si contano anche tre libanesi, mentre altri sei sono stati feriti. L’azione è stata rivendicata dal sedicente Stato Islamico (Is).

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