Ankara dedica una via al diplomatico russo ucciso da un agente radicale
Il disgelo tra Turchia e Russia passa anche da gesti distensivi, anche se doverosi: le autorità comunali di Ankara hanno infatti intitolato la via in cui si trova l’ambasciata russa all’ambasciatore Andrei Karlov, ucciso nella capitale turca il 19 dicembre scorso da un poliziotto turco radicalizzato. Il sindaco di Ankara, Melih Gokcek, ha consegnato una copia della sua delibera alla vedova dell’ambasciatore e la targa con il precedente nome della via è stata rimpiazzata da quella nuova. La decisione di intitolare la strada a Karlov era stata annunciata subito dopo il suo omicidio, avvenuto a opera di un poliziotto mentre l’ambasciatore teneva un discorso di inaugurazione di una mostra di pittura.
Il diplomatico fu ucciso in un evento pubblico
Secondo le autorità turche, il poliziotto era legato a Fethullah Gulen, predicatore accusato di essere la mente del tentato golpe del
15 luglio scorso. In realtà è emerso che l’uomo faceva parte da tempo di una cellula molto vicina all’Isis, e che intendeva “punire” la Russia per l’appoggio di Mosca alla lotta contro il terrorismo islamico in Siria. L’obiettivo, secondo la versione ufficiale, sarebbe stato quello di minare i rapporti tra Turchia e Russia. L’attentatore ha dichiarato invece, di voler vendicare i morti di Aleppo, causati, a dire dei terroristi islamici, dai bombardamenti russi, mentre in realtà la città era tenuta ostaggio dai fondamentalisti islamici dell’Isis. La sua liberazione da parte dell’esercito regolare siriano e delle forze russe hanno causato scontri sanguinosi, anche perché l’Isis non ha esitato a utilizzare scudi umani per opporsi alla liberazione della città.