Il Corriere della Sera: “Trump contro la Cia di Obama: è scontro totale”
Qualcuno si sta sbagliando: pericolosamente. La Cia sostiene che i pirati informatici agli ordini di Vladimir Putin abbiano interferito nelle elezioni dell’8 novembre per far vincere Donald Trump. Il neopresidente liquida come «ridicole» queste conclusioni, non ascolta i briefing dei servizi segreti e, fatte salve le sorprese dell’ultima ora, si prepara a nominare come Segretario di Stato Rex Tillerson, un petroliere premiato da Putin con «l’Ordine dell’amicizia». L’Fbi si muove con più cautela e fa sapere in un’audizione al Congresso che non ci sono prove di azioni ostili da parte dei russi, il presidente in carica, Barack Obama, infine, ordina a James Clapper, direttore della National Intelligence, che coordina le 17 agenzie dei servizi segreti, Cia e Fbi compresi, di preparare un rapporto completo sulle manovre russe, da presentare al Paese prima del 20 gennaio, il giorno in cui Trump entrerà alla Casa Bianca, si legge su il Corriere della Sera.
Obama insiste a scagliare la sua Cia contro Trump
Basta allineare i fatti per trovarsi di fronte a uno sconcertante conflitto istituzionale, senza precedenti nella storia recente degli Stati Uniti. L’inquietudine, il disorientamento sono profondi, come dimostrano le dichiarazioni rilasciate dal senatore repubblicano John McCain, uno dei politici più indipendenti e quindi più stimati del Paese. McCain è scettico sui risultati raggiunti dalla Cia: «Hanno già sbagliato altre volte»; però ritiene fondamentale andare avanti nell’indagine sui «cyber attack» riconducibili a Mosca. Per il momento Trump minimizza, arrivando a delegittimare il ruolo della Cia, come nessun altro presidente, neanche Richard Nixon, aveva fatto. Ecco la sua nota ufficiale: «La Cia? Sono le stesse persone che dicevano: Saddam Hussein ha armi di distruzione di massa. Le elezioni sono finite tempo fa con una nostra grande vittoria».
Trump vuole archiviare la vicenda
Come dire: non ci sono stati trucchi né brogli. Per altro il riconteggio dei voti non sembra dimostrare il contrario. Complicato anche stabilire se e come siano state condizionate le percentuali uscite dalle urne. Le mail rubate dai pirati informatici rivelavano le trame dello staff di Hillary Clinton per sabotare la campagna di Bernie Sanders. Ebbene Hillary ha perso nel Nord industriale del Paese, ma ha vinto largamente, per esempio, nel Vermont di Bernie. In realtà il problema ora oltrepassa l’esito della corsa alla Casa Bianca. La Cia sta avvisando il nuovo presidente che dovrà fronteggiare un’offensiva strutturata, permanente. Ammesso che questa volta le contromisure abbiano davvero resistito, non significa che la minaccia sia rientrata.