Tredicesima in fumo tra tasse e rincari. Molte aziende non le pagheranno

12 Dic 2016 10:30 - di Guglielmo Federici

Ve la ricordate la tredicesima? Ecco, dimenticatela. La beffa arriva dopo un anno di sacrifici. La mensilità aggiuntiva che tanto ossigeno arrecava alle famiglie, sì, sarà un po’ più ricca quest’anno, ma, come ogni anno e più dell’anno passato gran parte andrà a coprire spese già in agenda, debiti e, per almeno un terzo, per il saldo delle tasse sulla casa, che chiamano alla cassa il 16 dicembre, giusto il giorno dopo l’arrivo dell’assegno aggiuntivo, che la maggior parte degli italiani riceve il 15 dicembre. Si aveva avuto sentore da giorni di questa doccia fredda, ma, ormai, a ridosso del tanto agognato assegno, è bene fare i conti con la realtà. 

Solo il 14 % della tredicesima rimarrà in tasca

A fare i conti su come andrà spesa la tredicesima è il 25esimo Rapporto di Adusbef e Federconsumatori, che evidenzia come tra casa, bollette, assicurazioni, rate del mutuo, agli italiani resteranno appena 5,1 miliardi di tredicesime sui quasi 35 complessivi (il 14,8%), da utilizzare per acquistare i regali di Natale, per i viaggi, per il cenone, o anche per cercare di mettere qualcosa da parte. Secondo i dati dei consumatori, le tredicesime ammontano quest’anno a 34,9 miliardi, l’1,5% in più del 2015. Ma, per chi ha una seconda casa, un terzo, in media circa 530 euro, se ne andrà appunto per il saldo dell’Imu entro il 16 dicembre, cifra che sale a due terzi (1000 euro) per chi ha un immobile in una grande città. Alla faccia di Renzu che raccontava che le tasse erano diminuite. Le tredicesime andranno per 9,30 miliardi ai pensionati (come nel 2014), 9,70 miliardi ai lavoratori pubblici (+1,00%); 15,90 miliardi (+0,6%) ai dipendenti privati (terziario agricoltura, industria), che saranno però “subito spese – osservano Elio Lannutti e Rosario Trefiletti – se non già impegnate per onorare debiti pregressi”.

Le imprese che non pagheranno la tredicesima

Numerose anche quest’anno le imprese che non saranno in grado di pagarle sia (lo indica il 73%) per “l’eccessiva concentrazione degli adempimenti fiscali in dicembre” sia, per il 27% per “la mancata concessione da parte delle banche del prestito necessario a coprire l’esigenza di maggiore liquidità”. Ricordiamo che le tredicesima andrà in fumo perchP abbimo iniziato ad impiegarla per pagare gli aumenti iniziati a gennaio 2016 – sempre alla faccia dello “storytelling” di Renzi – con le tariffe autostradali, benzina, bolli, accise, Tari; tariffe idriche, elettriche e del gas; ed un’altra serie infinita di ordinari balzelli che sfiancano le famiglie e mangiando i redditi, con le consuete scadenze fiscali, quali tasse, bolli, rate e canoni, che durante il mese di dicembre i contribuenti sono chiamati a versare, in particolare Tasi ed Imu seconda casa, da saldare entro il 16 dicembre.

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