Deserto a Piazza Navona: neanche il presepe. Uno scempio lungo vent’anni

17 Dic 2016 15:06 - di Romana Fabiani

Deserta. Solo la giostra storica resiste allo scempio, laggiù in fondo alla piazza. Ma di bambini festanti non c’è traccia. Neanche una bancarella, esclusi 4 banchi di caramelle, una decorazione, un abete. Il 17 dicembre piazza Navona si presenta ai turisti e ai romani come il deserto dei tartari. Del presepe neanche l’ombra, al suo posto una struttura di legno vuota con qualche operaio che si guarda intorno.

Lo scempio di Piazza Navona

Decenni di stop and go per il business redditizio dei “bancarellari” abusivi ha ridotto una delle piazza più belle del mondo in uno deserto e decapitato la storia Fiera della Befana. Fin dalla prima amministrazione Rutelli  per lo storico mercatino natalizio di piazza Navona non c’è stata pace. Gazebo abusivi, concorsi saltati, bonifiche fallite fino alla cancellazione dell’antica Fiera della Befana, in passato una giostra di colori, musiche e sapori presa d’assalto alla vigilia dell’Epifania. Difficilmente la sindaca Raggi, in ben altre faccende affaccendate, riuscirà nell’impresa di fermare questa vergogna, così come Ignazio Marino prima di lei si è ben guardato dal dipanare la matassa, per non disturbare il business degli abusivi.

FdI all’attacco: guardiamo le altre capitali

«Risulta davvero incredibile e penoso che tutte le principali capitali europee siano capaci di ospitare pittoreschi mercatini natalizi con prodotti tipici locali, artigianato, gastronomia, presepi e articoli religiosi mentre nessun sindaco, da Rutelli a Marino, sia riuscito a riqualificare e  rilanciare l’antica Fiera della Befana di Piazza Navona», ha denunciato ancora una volta Fabio Rampelli. Una lunga battaglia, quella del capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, che da consigliere municipale del Centro Storico (1989) e da consigliere capitolino (1993), insieme all’indimenticabile Toni Augello, propose la risistemazione dell’area secondo criteri compatibili con la bellezza monumentale di piazza Navona. «La Fiera della Befana è  “avvolta” in baracche antiestetiche di cui nessuno si è mai voluto occupare, nemmeno quella Sovrintendenza che invece trova il modo di dichiarare la porchetta di Ariccia, piatto tipico dei castelli romani, “merce non idonea all’evento”. Ora scopriamo che il bando era truccato (quello indetto nel 2015ndr) e gli espositori sono monopolizzati dalla famiglia Tredicine…», diceva Rampelli lo scorso anno, «ero consigliere circoscrizionale  quando, insieme al collega del Pd Roberto Giachetti, contrastavo la scalata di questa famiglia ai banchi di Piazza Navona». Basterebbe prendere a modello i mercatini di Vienna e Madrid: banchi in legno a scomparsa al posto di lamiere e gazebo in plastica, oggetti di artigianato al posto di paccottiglia e divieto di cumulo di licenze.

Un po’ di storia…

A settembre 2015 (dopo che la precedenza edizione era andata in bianco) compariva “miracolosamente” sul sito del comune di Roma il “nuovo” bando pubblico per la festa della Befana di piazza Navona. La vecchia gara era scaduta da anni e con il Giubileo alle porte  sembrava impossibile che una delle piazze più belle della Capitale non riuscisse a ospitare anche il più sobrio dei mercatini natalizi. L’amministrazione municipale dettò le regole che avrebbero dovuto ispirare la Festa della Befana per i prossimi dieci anni (48 postazioni commerciali, di cui 28 per la vendita di addobbi natalizi, giocattoli, dolciumi e libri per bambini, e 20 per la vendita di prodotti artigianali (presepi e giocattoli). Finalmente, si disse, un’unica tipologie di bancarelle, in legno e metallo, 3 metri di altezza, colore “verde Roma”. Peccato che la Giunta municipale del Centro storico nel novembre 2015 abbia bloccato tutto dopo lettura della classifica, che (guarda il caso) ha visto la metà dei banchi assegnati a esponenti della famiglia Tredicine, detentrice del monopolio della ristorazione ambulante a Roma e coinvolta in Mafia Capitale

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