Insegnante uccisa: l’allievo «esecutore materiale» del delitto, la madre «l’istigatrice»

7 Dic 2016 9:53 - di Martino Della Costa

Chiusa l’indagine sul caso della povera Gloria Rosboch, l’insegnate uccisa dall’ex allievo dopo essere stata raggirata e derubata. Una truffa ordita da un gruppetto di emarginati pronti a trasformarsi in assassini spietati: sono i quattro improvvisati, presunti responsabili accusati – a vario titolo e con diverse misure di coinvolgimento – del delitto della professoressa di Castellamonte, strangolata a 49 anni e gettata in un pozzo a Rivara lo scorso 13 gennaio. L’indagine è chiusa e le coordinate che indica per la rotta processuale sono nette: l’insegnante sarebbe stata uccisa dall’ex allievo della vittima, Gabriele, «l’esecutore materiale» del delitto; Caterina, la madre, sarebbe stata la sua  “istigatrice”. E tutti – a detta degli inquirenti – hanno agito con premeditazione per «garantirsi l’impunità dalla truffa» messa a segno ai danni dell’ingenua professoressa. 

Insegnante uccisa dall’ex allievo: lui l’«esecutore materiale»

Lo scrive il procuratore capo di Ivrea, Giuseppe Ferrando, nel dispositivo di chiusura delle indagini preliminari relative all’omicidio Rosboch, di cui sono chiamati a rispondere Gabriele Defilippi, 22 anni, di Gassino, ex alunno della vittima, il complice Roberto Obert, 54 anni di Forno Canavese, e Caterina Abbattista, 49 anni, madre di Defilippi. Come anticipato, in particolare la donna, al momento ai domiciliari, secondo la procura avrebbe «avallato e istigato il figlio nel suo proposito di eliminare la professoressa, la quale aveva presentato una querela per truffa al fine di ottenere la restituzione del denaro». Una truffa da 187.000 euro, andata in scena un anno prima dell’omicidio. Solo quando la Rosboch ha iniziato a chiedere con insistenza la restituzione di quei soldi è scattato il piano omicida. Non solo: a Defilippi e Obert, che il 13 gennaio scorso strangolarono la donna «cingendole al collo un laccio tanto da averne provocato la morte immediata», viene contestata anche la premeditazione, dal momento che nei giorni precedenti effettuarono un sopralluogo nella discarica della località “Rossetti” di Rivara, a pochi chilometri dalla casa di Obert, individuando la vasca del percolato per nascondere il corpo della professoressa.

Insegnante uccisa, il dispositivio di chiusura delle indagini 

Il procuratore Ferrando, tra l’altro, specifica nel dispositivo che a strangolare la donna è stato proprio l’ex allievo, a bordo della Renault Twingo utilizzata per gli spostamenti il 13 gennaio e poi accuratamente lavata per cancellare ogni traccia del delitto. I due sono accusati anche di sottrazione di cadavere. La quarta indagata, Efisia Rossignoli di San Giorgio Canavese, è accusata di truffa in concorso, avendo partecipato al raggiro nei confronti della Rosboch fingendosi direttrice di banca e convincendo la donna, in quel modo, a cedere tutti i suoi risparmi. Alla Rossignoli viene contestata anche la cessione di alcune dosi di hashish e marijuana a Defilippi. Sulla truffa da 187.000 euro, infine, gli inquirenti rilevano una chiara e determinante partecipazione di Caterina Abbattista: la mamma di Gabriele, infatti, incontrò Gloria Rosboch prima ancora che la professoressa presentasse la denuncia per truffa, insistendo «affinché non venissero coinvolti gli avvocati». Il quadro che si è delineato, traprotagonisti, vittima e comprimari, è insomma chiaro, almento quanto inaccettabilmente agghiacciante.

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