Il grillino Dibba “litiga” coi congiuntivi. Ma la Crusca lo sdogana (video)
E poi vai a dire che non è vero che la fortuna aiuta gli audaci. Prendete Alessandro Di Battista, Dibba per i militanti a cinquestelle: proprio mentre diventava virale un suo spericolato sfogo da cui l’youtuber Alberto Schiariti ha perfidamente estratto un terrificante «voglio che i cittadini devono votare», il Corriere della Sera pubblicava un ponderoso articolo di Paolo Di Stefano sull’inarrestabile rarefazione dei congiuntivi nella parlata italiana. «Nessun dramma», ha avvertito il professor Francesco Sabatini, presidente onorario dell’Accademia della Crusca, anche perché «prima di noi è capitato a inglesi, francesi e spagnoli». Come dire che “aver compagni al duol…”. Insomma, tutto è perduto, compreso il congiuntivo. Campane a festa per il Dibba, che vede finalmemte sdoganata dalla più autorevole autorità linguistica nazionale la propria allergia all’esame più impegnativo dell’italiano. E non è tutto, perché la motivazione addotta da Sabatini a sostegno della tangibilità e della modificabilità delle regole della lingua sembrano calzare a pennello per i furori anti-casta dei grillini, di cui Di Battista è una delle figure più luminose ed ascoltate. Sentitela: «Bisogna rispettare la lingua ma evitando atteggiamenti aristocratici». Ma caro professore, lei con il Dibba sfonda una porta aperta. Anzi, viene quasi il sospetto che la doppia sortita l’abbiate concordata e che il più duro e, ça va sans dire, il più puro dei Cinquestelle quasi si sia divertito a stuprare il congiuntivo ben consapevole della sua tempestiva discesa in campo a sostegno di una conversazione meno castale e più orizzontale, proprio come quella in uso sul web al mitico popolo della rete. E ora sembra già di vederlo e di sentirlo il Dibba annunciare nella sua neolingua a base di “se” con l’indicativo o di “che” che reggono gli imperativi le magnifiche sorti e progressive dei grillini avanzanti verso la tanto esecrata stanza dei bottoni. Coi tempi che corrono e con l’aria che tira, prima o poi succederà. Nel frattempo, con il dovuto rispetto alla Crusca, io speriamo che me la cavo.