Cambiare sesso si può anche senza intervento: lo dice il tribunale di Ragusa

17 Dic 2016 12:14 - di Redazione

Si può cambiare sesso all’anagrafe senza sottoporsi ad alcun intervento chirurgico per adeguare i caratteri sessuali da maschili a femminili. È la decisione assunta dal tribunale di Ragusa, sezione civile (presidente Salvatore Barracca, a latere Elisabetta Trimani e Alida Bracone), sull’istanza presentata di un ventisettenne ragusano nel 2014 che ha chiesto di cambiare sesso.

La psiche prevale sul sesso

“Un procedimento non facile – dice Nunzio Citrella, legale del giovane – perché all’inizio non c’era alcun supporto giurisdizionale in favore di un pronunciamento in tal senso che sono poi intervenuti successivamente. Il Tribunale di Ragusa previo un rigoroso accertamento fatto sull’istante che la sua scelta è irreversibile nella volontà di cambiare sesso ha accolto la nostra tesi”. La scelta del ventisettenne, nato uomo ma che sostiene di sentirsi a tutti gli effetti una donna, è stata dettata, come spiega il suo legale, ”dalla volontà e dalla determinazione che prevale in lei, ovvero che la psiche prevale sul corpo ed il riconoscimento nell’ordinamento, relativo alla sessualità non deve essere basato su un organo sessuale ma deve soppesare tutte le componenti dell’identità di genere”.

La decisione del tribunale

Per il Tribunale civile di Ragusa nel caso in questione si è in presenza di “un quasi azzeramento della fertilità maschile”. E, soprattutto, “se da un lato è vero che l’attuale condizione” della persona al centro del giudizio “è reversibile sul piano somatico, altrettanto non si può dire sul piano psicologico in quanto il soggetto percepisce chiaramente e stabilmente l’appartenenza al genere femminile”. Per il Tribunale, quindi, “la fissazione dell’identità di genere femminile da parte del soggetto esaminato, essendo derivato da una graduale maturazione personale, si può definire stabile e irreversibile”. Per questo il tribunale “accoglie la domanda di rettifica di attribuzione del sesso proposta dal ricorrente” e “ordina all’ufficiale di Stato civile di procedere alle conseguenti variazioni anagrafiche”. 

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