Violenze su anziana invalida: le prove inchiodano 2 badanti dello Sri Lanka
La maltrattavano. La picchiavano. La terrorizzavano. E lei, la vittima, invalida in quanto affetta da problemi mentali, non poteva far altro che incassare le vessazioni e tacere. Per lei, però, hanno parlato le immagini videoregistrate in segreto dai carabinieri di Arezzo. Hanno denunciato le violenze subite le microspie seminate nell’appartamento divenuto una casa degli orrori: orrori perpetrati da una coppia di badanti dello Sri Lanka, abili nel dissimulare quanto efferati nel maltrattare la povera donna invalida e indifesa.
Arezzo, violenze su anziana invalida
Una 65enne affetta da problemi mentali costretta a sunire maltrattamenti fisici e vessazioni psicologiche: questa l’accusa contestata a una coppia di badanti, un uomo e una donna di 54 e 41 anni, entrambi originari dello Sri Lanka, a cui è stato notificato l’ordine del gip di Arezzo di allontanarsi dalla casa dell’anziana che avrebbero dovuto assistere ed intimato di non avvicinarsi più né all’abitazione né agli altri luoghi frequentati dalla vittima. L’indagine, condotta insieme da squadra mobile e carabinieri di nucleo operativo e radiomobile di Arezzo, è stata svolta anche con microspie e riprese video definite dagli inquirenti «inconfutabili» e che – hanno spiegato gli investigatori – «hanno inchiodato i due badanti». Per l’accusa, infatti, la coppia, che viveva gratuitamente in casa dell’anziana, «piuttosto che prendersi cura di lei, la vessava e malmenava con una violenza sempre maggiore e cresciuta a tal punto da obbligare la donna a ricorrere, in differenti occasioni, alle cure mediche».
Le prove inchiodano i badanti dello Sri Lanka
E proprio i segni tangibili delle violenze subite hanno fatto partire gli accertamenti, scattati dalle segnalazioni arrivate alle forze dell’ordine: i lividi e le contusioni riscontrati alla 65enne, seppure compatibili con incidenti domestici, avrebbero destato sospetti tra gli operatori socio assistenziali che seguivano la donna di giorno, e anche tra i sanitari che le avevano prestato le cure ad ogni presunto “incidente”. I due badanti inizialmente si sarebbero allertati in conseguenza dei sospetti sui presunti maltrattamenti e, spiegano gli investigatori, nelle prime fasi dell’indagine si sarebbero industriati per risultare «estremamente premurosi e tolleranti». Gli accertamenti successivi e, soprattuto, le sconcertanti immagini riprese di nascosto dalle telecamere, hanno però portato alla luce le violenze inchiodando, inconfutabilmente, la spietata coppia di badanti.