Truffa risparmiatori, sequestrato 1,6 milioni di euro al consulente Nasti
Avrebbe proposto investimenti molto redditizi sostenendo che erano anche poco rischiosi. E convincendo sei persone a consegnargli 1 milione e trecentomila euro. Ma, quando si è trattato di restituire le somme, alle scadenze previste, i “clienti” sarebbero rimasti con un palmo di naso.
Marco Nasti, consulente finanziario con un trascorso anche in Fineco e Bibop Carire, si è visto sequestrare dai militari della guardia di Finanza del comando provinciale di Roma, coordinati dal colonnello Alessandro Di Filippo, beni per un valore di oltre 1,6 milioni di euro con l’accusa di aver truffato i propri clienti.
Secondo quanto accertato dagli investigatori che hanno lavorato in stretto raccordo con la Procura di Roma, l’uomo avrebbe proposto investimenti redditizi e poco o per nulla rischiosi con l’obiettivo di farsi consegnare diverse somme di denaro che avrebbe poi destinato «a proprio personale profitto» e per ostentare un alto tenore di vita che, secondo le indagini, gli sarebbe servito per avvicinare altri clienti.
Marco Nasti ha convinto sei clienti a disinventire
i risparmi proponendogli investimenti redditizi
Approfittando del fatto di lavorare per un noto intermediario bancario, secondo la Finanza, avrebbe prospettato guadagni rapidi e cospicui per convincere i clienti a disinvestire i risparmi affidati alla propria banca – complessivamente circa 1 milione e 300mila euro – investendoli, poi, in società che le Fiamme Gialle riconducono a lui, attraverso un parente, e all’acquisto di immobili di pregio.
La fiducia dei risparmiatori che avevano creduto in lui svincolando le somme di denaro dalla propria banca è poi venuta meno quando, alle scadenze previste, Nasti non avrebbe più restituito le somme affidategli, rendendosi irreperibile. E quattro dei sei clienti hanno così deciso di denunciarlo alla Procura della Repubblica di Roma.
Dalle segnalazioni delle vittime della truffa sono scattate, quindi, le indagini del Nucleo di Polizia Tributaria di Roma, dirette dalla Procura della Capitale, al termine delle quali il giudice per le indagini preliminari ha adottato un provvedimento di sequestro contro Nasti e il suo socio, quest’ultimo indagato per riciclaggio per aver trasferito parte dei proventi del raggiro – oltre 300.000 euro – in alcune società che, per gli investigatori, sono, invece, riconducibili allo stesso Nasti.
Nasti lavorava per Fineco Bank e per Bibop Carire
Atleta Fidal sponsorizzava eventi culturali
L’indagine delle Fiamme gialle, svolta attraverso la ricostruzione dei flussi finanziari, ha accertato che le somme trasferite dai clienti truffati sui conti correnti del consulente e delle società a lui collegate sono state, in realtà, impiegate indebitamente da Marco Nasti per i propri fini personali e per ostentare un alto tenore di vita, finalizzato proprio a carpire la fiducia di nuovi risparmiatori.
Quarantaquattro anni, da oltre 22 nella gestione patrimoni di Fineco Bank, Nasti, una laurea in economia e commercio, aveva lavorato per oltre sei anni in Bipop Carire, sempre nella stessa area consulenziale e da gennaio si era ritagliato una propria attività di consulente indipendente.
Atleta velocista Fidal dell’Atletica Colosseo 2000 di cui è stato sponsor e di cui è, attualmente, nel consiglio direttivo, si è occupato anche di teatro, musica e cultura sponsorizzando alcuni eventi come il convegno di studi sui rapporti letterari, culturali e artistici fra Roma e Russia nel XX secolo. Un insospettabile, insomma. Tre anni fa perfino il Consiglio regionale del Lazio della Federazione italiana di Atletica, su proposta del suo presidente, si era lasciato convincere. E aveva deciso di «aprire un altro conto corrente bancario, motivato da una nuova collaborazione con un Agente della Fineco nonché atleta, Marco Nasti, che si è detto disponibile alla ricerca di finanziamenti per il rifacimento della pista delle Terme di Caracalla». Ma, almeno in quel caso, secondo la guardia di Finanza, il denaro affidato a Nasti non era scomparso.
La rettifica del Comitato regionale Lazio Fidal
Spett.le Secolo d’Italia,
in merito all’articolo del 30 novembre 2016 a firma di Paolo Lami dal titolo: “Truffa risparmiatori, sequestrato 1,6 milioni di euro al consulente Nasti” si chiede la pubblicazione della seguente precisazione: il Comitato Regionale Lazio Fidal non ha mai aperto un conto corrente bancario Fineco né con il consulente Marco Nasti ne tantomeno in autonomia, poiché era conditio sine qua non per l’apertura del conto che fossero formalizzate le sponsorizzazioni per il rifacimento dell’impianto, sponsorizzazioni che non sono mai pervenute. L’impianto ha visto successivamente il rifacimento del manto sintetico della pista di atletica, ma attraverso un bando effettuato dal Comune di Roma e con fondi del Comune di Roma stesso.
Distinti saluti, Fabio Martelli
presidente Fidal Lazio
La rettifica del presidente Atletica Colosseo
Il sig. Marco Nasti è stato tesserato per la Atletica Colosseo 2000 fino all’anno 2013 e, fino allo stesso anno, ne è stato componente del consiglio direttivo.
Dal 2014, come si può consultare sul sito Fidal, il sig. Nasti è stato tesserato per altra società e non è stato più inserito come componente del nostro consiglio direttivo.
Saluti.
Il presidente
Dott. Mauro Guicciardi.
Replica del giornalista Paolo Lami
Prendiamo volentieri atto delle rettifiche del Comitato Regionale Lazio Fidal e dell’Atletica Colosseo precisando che:
Il Secolo d’Italia non ha mai scritto che il Comitato Regionale Lazio Fidal ha aperto un conto corrente bancario Fineco con il consulente Marco Nasti. Il Secolo d’Italia ha riportato, virgolettato, il testo del verbale del Comitato Regionale Lazio Fidal del giorno 28 ottobre 2013 alle ore 17 presso la sede del CRL nel corso del quale, al “punto 4° all’Ordine del giorno: Apertura c/c bancario Fineco il Presidente rappresenta la necessità di aprire un altro conto corrente bancario, motivato da una nuova collaborazione con un Agente della Fineco nonché atleta, Marco Nasti, che si è detto disponibile alla ricerca di finanziamenti per il rifacimento della pista delle Terme di Caracalla. Per far ciò è necessaria l’apertura di un conto Fineco nel quale, una volta aperto, confluiranno le entrate relative agli accessi agli Impianti”.
Il Secolo d’Italia ha anche linkato nell’articolo il verbale originale di assemblea pubblicato e ancora oggi visibile sul portale internet Fidal.it dal quale si evince, al punto 4 dell’Ordine del giorno, così com’è stato scritto dal nostro giornale, quanto scritto sopra nonché la decisione conseguente e, cioè, “il Consiglio approva all’unanimità”. Che poi il Comitato abbia deciso di non dare seguito a quel punto dell’ordine del giorno proposto dal presidente e approvato all’unanimità dal Consiglio soprassedendo all’apertura di quel conto non può che farci piacere, anche alla luce di quanto emerso successivamente, ma non toglie o aggiunge nulla a quanto scritto, correttamente, dal Secolo d’Italia. Semmai può dimostrare la lungimiranza del Consiglio che ha ritenuto di non dare seguito a quella decisione.
Per quanto riguarda, invece, l’Atletica Colosseo 2000, prendiamo atto che «dal 2014, come si può consultare sul sito Fidal, il sig. Nasti è stato tesserato per altra società e non è stato più inserito come componente del nostro consiglio direttivo» ma fino a ieri sera, alla chiusura dell’articolo, il nome di Marco Nasti compariva proprio come componente del consiglio direttivo dell’Atletica Colosseo 2000. Stanotte il nome di Nasti è sparito dal portale. Tuttavia esiste un tool online che si chiama WayBack Machine . org che consente di andare indietro nel tempo. E così si scopre che il nome di Nasti era ancora sul Portale prima di essere cancellato. Poi ci sono, naturalmente, anche le copie cosiddette cache del sito. Eccone un esempio.
Prima di scrivere il Secolo fa, sempre, numerose verifiche incrociate per dare ai propri lettori un’informazione corretta.
Paolo Lami