Shopping natalizio a rischio: le tredicesime divorate dalle tasse
Anche quest’anno a rischio lo shopping natalizio: le tredicesime, infatti, saranno mangiate dalle tasse. Ancora. Il governo continua a mettere le mani nelle tasche degli italiani già duramnte provati da anni e anni di recessione e contraccolpi economici, e così, in base ai calcoli e ai raffronti proposti da Adusbef-Federconsumatori, avvalorati dalla drammatica attendibilità delle sentenze espresse in termini percentuali, solo il solo 14,6% resterà nelle tasche lavoratori a conti fatti e a debiti con il fisco saldati.
Le tredicesime saranno divorate dalle tasse
Di più: alla faccia dell tanto strombazzata e mai arrivata ripresa economica, tra bolette, rate dei mutui, bolli e tasse su case e servizi, i contribuenti continuano a soffrire. Pesantemente. E così, in nome di una concentrazione di tasse, oneri fiscali, gabelle e sanzioni da versare ormai davvero al limite del sostenibile, «dopo il salasso fiscale di novembre, che impone versamenti di imposte entro la fine del mese di circa 55 miliardi di euro all’erario tra Iva, acconti Irpef, addizionali Irpef, Irap, Ires e ritenute di imposta, con imposte, tasse e tributi che superano 490 miliardi di euro l’anno», tra due settimane saranno pagate le tredicesime, «che ammontano quest’anno a 34,9 miliardi di euro. Ma l’85,2% della gratifica natalizia verrà mangiato da tasse, mutui, bolli, canoni», con buona pace di chi sperava in una possibilità se non diversa, almeno un po’ meno castrante del solito. E invece, come evidenziato da Adusbef e Federconsumatori, nel rincorrersi dei pagamenti da effettuare entro il 31 dicembre, dei quasi 35 miliardi di euro di tredicesime che verranno pagate quest’anno (l’1,5% in più rispetto ai 34,4 miliardi del 2015), appena il 14,6%, ossia 5,1 miliardi di euro, come nel 2015, resterà realmente nelle tasche di lavoratori e pensionati.
Ecco perché è a rischio lo shopping natalizio
Secondo lo studio Adusbef e Federconsumatori, allora, le tredicesime 2016 saranno così ripartite: 9,2 miliardi ai pensionati (come nel 2014) 9,5 miliardi ai lavoratori pubblici (+1,00%); 15,7 mld (0,6%) ai dipendenti privati (agricoltura, industria e terziario). Quest’anno, poi, fanno notare Adusbef e Federconsumatori, «alcune imprese hanno già dichiarato di non riuscire a pagare le tredicesime, a causa delle tasse e delle difficoltà di accesso al credito. Tra le ragioni indicate per “giustificare” il mancato pagamento della tredicesima, prevale infatti l’eccessiva concentrazione degli adempimenti fiscali in dicembre. Nello specifico, in base ai calcoli dei consumatori, su un monte tredicesime di 34,9 miliardi: l’esborso per RC Auto assorbirà 5,1 miliardi (-1,9%); per rimborsare prestiti e/o ratei se ne andranno 4,3 miliardi (+2,4%); per pagare le rate di mutuo si spenderanno 3,8 miliardi (-2,6%); per il bollo auto/moto occorreranno 4,2 miliardi (+2,4%); le bollette assorbiranno 7,7 miliardi (+1,3%); l’Imu sulla seconda casa assorbirà 2,3 miliardi (+9,5%); la seconda rata della Tasi costerà 2,4 miliardi (+9,1%) rispetto al 2015. Il totale delle voci di uscita considerate ammonta a 29,8 miliardi, +1,7% rispetto al 2015. Per questo, in nome e per conto dei consumatori, Adusbef e Federconsumatori «invitano il Governo ad un ravvedimento operoso, sia nella riduzione del debito pubblico (un macigno di 2.213 miliardi di euro a settembre 2016, con un aumento di 106 miliardi di euro dal febbraio 2014, data di insediamento del Governo Renzi), con la vendita di oro e riserve di Bankitalia, che nei tagli a sperperi e sprechi pubblici, destinando tali risparmi a ricerca, sviluppo, innovazione ed un paino straordinario del lavoro per i giovani».