Putin e Trump, telefonata strategica. E la vecchia Europa teme il nuovo asse

15 Nov 2016 10:12 - di Riccardo Arbusti

Alla fine Vladimir Putin e Donald Trump si sono sentiti. Una telefonata che era attesa, quella del leader del Cremlino, e che ha avuto toni molto cordiali, com’era prevedibile, al di là delle congratulazioni di rito per l’inattesa vittoria del tycoon. Col presidente russo e quello appena eletto negli Stati Uniti che hanno espresso la necessità di un incontro a breve per mettere fine a quel clima da guerra fredda che, in particolare dopo la crisi ucraina, aveva caratterizzato i rapporti tra Casa Bianca e Cremlino. Perché ora la priorità – si sono detti – deve essere quella di “normalizzare” i rapporti tra Washington e Mosca. Rapporti che al momento sono “assolutamente insoddisfacenti”. In effetti le relazioni tra Usa e Russia sono di fatto ridotte ai minimi termini dopo otto anni di Barack Obama alla Casa Bianca, dove anche l’incompatibilità caratteriale tra il presidente americano uscente e Putin ha riportato l’orologio dei rapporti tra i due Paesi parecchio indietro.

Molte le situazioni che hanno provocato il gelo tra Putin e Obama: dalla crisi ucraina a quella siriana, passando per l’affare Snowden (a cui Mosca da ospitalità) e per le accuse di interferenze  nelle elezioni presidenziali americane. Interferenze che per i democratrici Usa e per molti 007 sono state messe in campo per favorire proprio Trump e svantaggiare Hillary Clinton, candidata vista a Mosca come troppo ‘ostile’ e troppo in continuità con la presidenza Obama. Ora tutto è pronto per un cambiamento radicale. “Il presidente russo si è detto pronto a costruire un dialogo fra partner con la nuova amministrazione sui principi di uguaglianza, rispetto reciproco e non interferenza nei rispettivi affari interni”, afferma il Cremlino. Mentre dalla Trump Tower di New York lo staff del neopresidente Usa parla della necessità di riallacciare “una relazione forte e duratura con Mosca”.

E la Vecchia Europa come vede  il possibile asse Trump-Putin? Rassicurare gli alleati europei sarà uno degli obiettivi dell’ultimo viaggio di Barack Obama nel Vecchio Continente. A Berlino il presidente uscente vedrà la cancelliera tedesca Angela Merkel, il presidente francese Francois Hollande, il premier britannico Theresa May, il presidente del consiglio italiano Matteo Renzi. Un vertice nel corso del quale – ha detto lo stesso Obama nella sua prima conferenza stampa dopo il voto – portera’ un messaggio di Trump: quello che gli impegni con la Nato verranno rispettati. Anche qui sarà il tempo a dire se a queste parole seguiranno i fatti. Nessuno dimentica infatti le durissime critiche di Trump all’Alleanza Atlantica durante la campagna elettorale. Parole che hanno lasciato intendere un disimpegno Usa soprattutto se gli altri Paesi non contribuiranno di più alle spese.

Sul tema è tornato il presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker, già molto critico nei confronti di Trump. Parlando alla radio belga Bel Rtl, Juncker ha detto di non credere che Trump vorrà mettere fine alle relazioni transatlantiche , e ha anche definito “disgustosa” la campagna elettorale del nuovo presidente Usa.

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