Pena di morte in Iran, sono già 477 le esecuzioni. Il dato è destinato a crescere
Continuano le condanne alla pena di morte in Iran. La lista sempre lunghissima. Nel 2016 al 13 novembre in Iran, infatti, sono state compiute almeno 477 esecuzioni, di cui 186 (circa il 40%) riportate da fonti ufficiali iraniane (siti web della magistratura, televisione nazionale, agenzie di stampa e giornali statali), mentre 291 casi (circa il 60%) sono stati segnalati da fonti non ufficiali (ong). Lo scrive nel suo Rapporto sulla pena di morte in Iran l’ong “Nessuno tocchi Caino”, che in una nota ricorda che sono «dati significativamente inferiori rispetto al numero delle esecuzioni dello stesso periodo del 2015 (anno in cui vi sono state almeno 970 esecuzioni, numero tra i più alti nella storia recente dell’Iran), ma sempre allarmanti, anche perché il numero effettivo delle esecuzioni è probabilmente molto superiore ai dati registrati da Nessuno tocchi Caino».
Pena di morte, l’appello di Nessuno tocchi Caino
L’ong rivolge un appello a Federica Mogherini, l’Alto Rappresentante per la Politica Estera dell’Unione europea, perché ponga «la questione della pena di morte e più in generale del rispetto dei Diritti Umani al centro di incontri, relazioni, intese, piani di aiuto e sviluppo, anche economici e commerciali, con la Repubblica Islamica dell’Iran». L’appello contro la pena di morte, fa sapere in una nota sostenuto da alcuni intellettuali (fra questi, Liliana Cavani, Erri De Luca, Roberta Mazzoni, Francesco Patierno, Marco Risi, Susanna Tamaro, Sandro Veronesi e Marco Vichi), sarà presentato, insieme al nuovo Rapporto sulla pena di morte in Iran, nel corso del seminario “Business Italia-Iran: un’analisi costi benefici” patrocinato da United Against Nuclear in Iran (Uani).