Mosul, l’Isis vende cara la pelle: migliaia di scudi umani e sfollati

2 Nov 2016 18:04 - di Antonio Pannullo

Le truppe irachene sono impegnate in violenti combattimenti con le «sacche di resistenza degli jihadisti a Gagjali», il quartiere est di Mosul dove le forze di Baghdad hanno sbaragliato l‘Isis due giorni fa, entrando in città dopo 15 giorni di offensiva. Lo riferisce all’Ansa una fonte della sicurezza di Baghdad. Sul fronte ovest, almeno 15 combattenti delle milizie filo-Iran, Hashd al Shaabi sono rimasti uccisi a Tall Afar per le trappole piazzate dall’Isis. I feriti sono 30, annuncia un comandante citato da Rudaw. Si apprende che Abu Bakr al-Baghdadi, l’autoproclamato leader dello Stato islamico, si troverebbe all’interno di Mosul, dove sono entrate le forze armate irachene. È quanto ha dichiarato al britannico Independent Fuad Hussein, capo di gabinetto del presidente curdo Massoud Barzani. «Se Baghdadi è lì, e se viene ucciso, questo causerà la caduta dell’Isis», ha aggiunto l’alto funzionario. E mentre le truppe irachene avanzano per liberare Mosul dalla tirannia di Baghdadi, esplode l’emergenza sfollati: «Da lunedì il numero di sfollati è cresciuto significativamente», dice all’Ansa Jennifer Sparks, Oim in Iraq. «Alcuni campi sono pieni e c’è un problema legato alla sicurezza», spiega il viceministro per i rapporti con l’Onu del Kurdistan, Dendar Zebari.

Non è chiaro chi stia fuggendo a Mosul verso Raqqa

Infatti un numero imprecisato di civili provenienti da Mosul, roccaforte dell’Isis nel nord dell’Iraq, sono arrivati nelle ultime ore a Raqqa, altro bastione jihadista ma nel nord della Siria. Lo riferiscono attivisti del gruppo Raqqa viene sterminata in silenzio che non precisano però l’identità e il numero dei civili in fuga da Mosul verso Raqqa. Non è chiaro se si tratti di familiari di miliziani jihadisti siriani o di civili che possono temere, per ragioni confessionali o politiche, l’arrivo a Mosul delle milizie curdo-irachene e sciite filo-iraniane che assediano la città. Infine, le milizie sciite filo-iraniane che partecipano all’offensiva per strappare Mosul all’Isis hanno affermato di essere avanzati oggi in altri 115 chilometri quadrati di territorio provenendo da ovest, ciò che porta il totale del territorio conquistato a 705 chilometri quadrati dall’inizio dell’operazione. In un comunicato, le Forze di mobilitazione sciite (Hashd Shaabi) aggiungono di avere preso il controllo anche dell’oleodotto a sud ovest di Mosul. Nel comunicato le milizie sciite, che si sono impegnate ad entrare a Mosul, città a maggioranza sunnita, precisano di avere cominciato la loro avanzata da cinque giorni. «I miliziani Hashd Shaabi – si aggiunge nella nota – hanno ucciso 47 miliziani di Daesh, hanno liberato cinque villaggi e hanno fatto saltare in aria cinque autobomba uccidendo i terroristi che erano alla guida». Infine, a quanto asserisce l’Unicef, anche ultimamente bambini sarebbero stati usati dall’Isis, come terroristi-suicidi.

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