Londra, 14enne malata terminale: ottiene dal giudice di essere ibernata

18 Nov 2016 9:46 - di Bianca Conte

Alla fine ci si è arrivati: si è solcata la soglia che separa speranza e scienza, metafisico e fantascientifico. È successo a Londra. È successo a una ragazza di appena 14 anni, malata termionale di cancro, che ha scelto, chiesto e ottenuto di essere ibernata post-mortem e, al termine di  una controversa battaglia legale senza precedenti in Gran Bretagna, la ragazza ha ottenuto dai giudici che il suo corpo venga conservato e non sepolto nella speranza di essere un giorno «risvegliata» e guarita con nuove cure. È stata la Bbc a riportare l’incredibile notizia dell’inedito verdetto, emesso poco prima del decesso della ragazza a ottobre, e reso pubblico ora dopo che il corpo, portato negli Usa, è stato congelato tramite “criogenesi”. Un verdetto che sposta i confini del possibile al di là di ogni ragionevole dubbio…

Malata terminale chiede di essere ibernata

L’ibernazione post-mortem della ragazza è stata autorizzata in via definitiva da un giudice dell’Alta Corte di Londra col consenso della madre e contro il volere del padre. La 14enne, colpita da una rara forma di cancro, viveva con la famiglia nell’area metropolitana della capitale britannica. Una vite breve, la sua, che si èdovuta arrendere al male incurabile ma che la 14enne e sua madre sperano di poter riprendere in mano in un lontano futuro grazie alla criogenesi, una tecnica che in origine si basa sull’idea di poter conservare a lungo un corpo a temperatura bassissima rallentandone le funzioni vitali gradualmente. In realtà, si apprende dagli approfndimenti di questa che è stata percepita dal primo istante come una notizia choc, l’obiettivo vero – al centro anche delle trame di numerosi film e libri a sfondo più o meno fantascientifico – è quello di mantenerlo in condizioni sostanzialmente intatte nella speranza di poterlo poi risuscitare in un ipotetico contesto di ricerche più avanzate.

La sentenza del giudice, il coraggio della ragazza

La protagonista di questa vicenda aveva scritto lei stessa al giudice prima di morire una lettera nella quale, riferisce ancora la Bbc, auspicava di poter «vivere più a lungo» in futuro e chiedeva di «non essere sotterrata». Spiegava di aver approfondito alcune teorie sulla «criopreservazione» su Internet e di sperare che attraverso questa tecnica le potesse essere data «la chance di essere curata e risvegliata, magari fra qualche centinaio di anni». Il giudice che ha pronunciato la sentenza, Peter Jackson, ha raccontato – rendendo noto adesso il caso – di aver visitato la ragazza in ospedale e d’essere «toccato dall’animo coraggioso con cui ha affrontato la sua sorte». Ma ha aggiunto che, tecnicamente, è stato chiamato solo a giudicare se dar ragione alla madre o al padre nella disputa fra genitori su come disporre del corpo della figlia dopo la morte. Il resto è una grande punto interrogativo, anticipato al momento da tre enormi puntini sospensivi…

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