Referendum, Alfano a Renzi: «Se vince il No, non ti dimettere»
«A Renzi sconsiglio di dimettersi, in caso di vittoria del No. Se lo dovesse fare, il mio partito deciderà il da farsi». Cerca di presentarsi come determinante, Angelino Alfano, che in una intervista radiofonica vanta la sua incidenza sul governo, sia in termini quantitativi, con questo avvertimento sul sentirsi le mani libere in caso il premier facesse una scelta che lui ritiene sbagliata, sia in termini qualitativi, rivendicando una influenza sulle scelte di Palazzo Chigi che fa venire in mente certi sketch comici.
Alfano fa venire in mente lo sketch di Crozza
«Sono d’accordo sul fatto che abbiamo realizzato il programma del Pdl. Io ero segretario del Pdl quando sono entrato in Parlamento e in questi tre anni le leggi scritte con la mano destra non si contano più e le altre le faremo, ci sono anche opere non solo leggi», ha detto ancora il ministro dell’Interno ai microfoni di Mix24 di Giovanni Minoli su Radio 24. Un’affermazione che fa subito venire in mente il Maurizio Crozza della sera prima quando, rivolgendosi a Silvio Berlusconi che era nello studio di Dimartedì di Giovanni Floris, il comico ha detto: «Avevamo invitato Renzi, ma ha mandato il padre».
Il leader Ncd auspica un «modello Fillon»
«Se io avevo un problema di quid, Berlusconi ha un enorme problema di quorum», ha poi proseguito Alfano sul tema della leadership, stavolta con l’intento di fare una battuta. Secondo il leader del Ncd, anche in Italia servirebbe un “modello Fillon”, un centrodestra alternativo alla sinistra ma «contro i lepenismi di casa nostra, quello di Salvini e Meloni». «C’è spazio per trovare un Fillon italiano e si possono fare anche le primarie secondo lo schema francese», ha detto Alfano, che però in caso di vittoria del Sì prefigura la nascita di «un polo positivo che deve coinvolgere tutte le forze politiche di maggioranza con le proprie identità». «Di questo polo – ha sottolineato – noi facciamo già parte, ci siamo già dentro».
«Dobbiamo andare al voto nel 2018»
Quindi, in ogni caso, Alfano esclude «uno scioglimento anticipato». E, se dovesse vincere il “Sì”, «Renzi avrà la responsabilità di andare avanti», anche se, ha aggiunto il leader del Ncd, «è vero che Renzi ha sbagliato a personalizzare, ma lui – ha precisato – ha personalizzato un solo giorno, i suoi avversari per tutti e 50 giorni della campagna referendaria».«Andare al voto nel 2018 è lo sbocco naturale. Il contrario sarebbe fuori da ogni logica», ha ribadito ancora Alfano, evitando però di parlare di «partito della nazione» e assicurando che non c’è alcuna «paura per l’ordine democratico». «Escludo ogni possibilità di brogli: a nome del governo – ha concluso – garantiremo lo svolgimento regolare del voto. Nel Paese c’e’ un grande scontro verbale, ma nessun problema di ordine pubblico».