Trenitalia si candida per prendersi l’Atac: «Noi siamo pronti a qualsiasi cosa»
Trenitalia fa sapere di essere pronta a mangiarsi l’Atac, l’azienda municipalizzata di Roma prossima alla bancarotta. L’azienda, partecipata al cento per cento da Ferrovie dello Stato che certo non sono un modello di managerialità e di efficienza e tantomeno di customer satisfaction, si candida a ingurgitare la società di trasporto locale della Capitale che sta implodendo sotto il peso dei suoi debiti. È solo l’ultimo battito d’ala del progressivo volo di avvicinamento di chi è vicino al governo Renzi per posare gli artigli su Atac. Proprio tre giorni fa, con un sorprendente ordine del giorno congiunto Forza Italia – Pd, il Senato aveva impegnato il governo Renzi-Alfano «a verificare, per quanto di competenza, la situazione economico-finanziaria dell’Atac», e a valutare «se sussistano le condizioni per porre in essere procedure idonee a sostenere il rilancio dell’azienda anche attraverso procedure straordinarie» e «la possibilità di collocare temporaneamente la partecipazione dell’Atac all’interno di un organismo statale dotato delle necessarie competenze affidando contestualmente ad una struttura tecnica scelta ad hoc il compito del risanamento industriale e patrimoniale dell’azienda». Sembra proprio il ritratto di Ferrovie dello Stato e di Trenitalia. In pratica un vero e proprio esproprio da parte di chi ha portato l’azienda al collaso. Un sì all’amministrazione straordinaria.
«Noi siamo pronti a qualsiasi cosa – annuncia ora con piglio spiccio l’ad di Trenitalia, Barbara Morgante, a chi le chiedeva se in caso nei prossimi mesi dovessero esserci problemi di tenuta del trasporto pubblico a Roma e Trenitalia fosse chiamata a intervenire in maniera straordinaria – Siamo un’azienda che ha delle performance eccezionali sempre più cresciute nel tempo, abbiamo competenze interne e di management di assoluto livello e anche di benchmark, in Italia non abbiamo nulla da invidiare rispetto ad altri paesi come la Germania. Le competenze ci sono tutte, le risorse anche». Proprio il controcanto all’oramai famoso odg del Senato.
«Nel piano industriale del Gruppo Ferrovie – dice la Morgante – si è data particolare enfasi al tema dell’integrazione di tutti i mezzi anche privati, ma noi spingiamo affinché ci sia l’uso massimo di mezzi collettivi, per l’ambiente, l’incidentalità, per la sicurezza degli italiani ma anche degli stranieri. Qualsiasi iniziativa vada in quella direzione ci troverà assolutamente pronti a raccogliere le sfide. Poi bisogna vedere che significa essere chiamati in causa. Ci saranno gare, richieste di collaborazione alle quali siamo sempre aperti».
«Lo spettro del commissariamento che aleggia su Atac dopo l’odg approvato al Senato puzza d’inciucio – reagisce infuriato il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Fabio Rampelli – perché mai un’azienda partecipata totalmente da Roma Capitale dovrebbe finire sotto le grinfie del Parlamento? Non vorremmo che il voto congiunto di Fi e Pd celasse la volontà di far mettere le mani sull’azienda a soggetti esterni al Comune e in maniera poco trasparente».
Rampelli sveglia la sindaca della Capitale: «l’Atac è tra le prime competenze del sindaco di Roma, dunque la Raggi dimostri oggi se è capace di risanarla, trasformarla in un servizio efficiente, decoroso, sicuro per i cittadini. Il suo ricco mercato non venga regalato agli amici di Renzi. Anzi, sarebbe ora che la sindaca si dimostrasse capace di un’offensiva per il trasferimento dei poteri e delle risorse dalla Regione a guida Pd».