Ricorso contro il referendum: entro dieci giorni la sentenza del Tar
La sentenza del Tar del Lazio al ricorso di M5s e Sinistra italiana sul quesito del Referendum arriverà entro metà ottobre. È quanto si apprende alla fine dell’audizione oggi davanti al presidente della seconda sezione bis del Tar Elena Stanizzi nel corso della quale i legali di M5S e Si hanno illustrato in modo generico il temi del ricorso da loro proposto. All’audizione era presente anche l’avvocatura dello Stato. Tre sono le possibilità di decisione: confermare il provvedimento di indizione del referendum, annullarlo potendo anche dare indicazioni su eventuali cambiamenti nel quesito oppure dichiararsi incompetente sulla materia.
Ricorso sul referendum presentato da M5s e Si
Con il ricorso in questione, M5s e Si chiedono la sospensione, e il successivo annullamento in sede di giudizio di merito, del Dpr del 27 settembre scorso con il quale è stato disposta l’indizione del Referendum. Quello di oggi, con la convocazione delle parti, è un primo vaglio preliminare dal Tar. L’esito della convocazione-audizione (che si svolge in camera di consiglio) disposta dal presidente della II sezione bis del tribunale e chiesta dai ricorrenti (insieme con i legali di M5s e Si, ci sarà l’Avvocatura dello Stato in rappresentanza di Quirinale, Palazzo Chigi, Ministero dell’Interno e Ministero della Giustizia) porterà all’emissione e la pubblicazione di un provvedimento cautelare monocratico. La discussione collegiale (nella quale sarà affrontato anche il tema della competenza a decidere della questione) potrebbe già svolgersi la prossima settimana.
“Il quesito del referendum? E’ contrario alla legge”
«Il nostro è uno Stato di diritto e i comportamenti delle istituzioni sono regolati dalla legge, e da nessun altro. E siccome la legge 352 del 1970 sui referendum, all’articolo 16, stabilisce con formula rigida quale debba essere il quesito sulla scheda di un referendum costituzionale, ne consegue che quello proposto dal governo e inserito dagli uffici del Quirinale, è contrario alla legge. Che nessuno può cambiare». Lo dice a Repubblica l’avvocato Vincenzo Palumbo, che ha proposto ricorso al Tar sul quesito del referendum. I ricorrenti chiamano direttamente in causa il Quirinale, che ha smentito di aver avuto qualsiasi ruolo. «Non so chi ha proposto al Colle la formula – replica Palumbo – perché non è la Cassazione che decide cosa deve comparire sulla scheda. Il testo nasce dalla legge ed è rigido e immodificabile». «Un avvocato – afferma – mette sempre nel conto di poter perdere», ma «la legge c’è, è chiara, e si tratta solo di applicarla. E io confido che il giudice investito della questione lo farà».