Referendum, Paolo Prodi: «La riforma è scritta male ed è incomprensibile»

13 Ott 2016 11:24 - di Giorgia Castelli

«Questa riforma è scritta molto male ed è praticamente incomprensibile…», mentre una legge di revisione della Costituzione «dovrebbe avere un carattere di chiarezza tale da poter essere spiegata in poche battute agli alunni di elementari e medie». Al referendum si aggiunge un altro “No”, quello del professor Paolo Prodi, storico e fratello dell’ex premier Romano. In un’intervista al Corriere della Sera  spiega che la sua «opinione favorevole al “No” muove anche da un giudizio estetico sui testi». Per lo storico «il bicameralismo paritario andrebbe riequilibrato ma non in questo modo incomprensibile – afferma – Non con questi senatori senza indennità, ma con l’immunità parlamentare, pescati nei consigli regionali e tra i sindaci che faranno il doppio lavoro. Sarebbe bastato mettere mano ai regolamenti parlamentari per ottenere risultati concreti sul fronte del bicameralismo».

Referendum, Paolo Prodi: Onida ha ragione

«Ha ragione l’ex presidente della Corte costituzionale Onida che con i suoi ricorsi ha denunciato l’eterogeneità del quesito», perché il testo della legge «è inspiegabile». Prodi rileva che ci sono «alcuni nodi essenziali» non affrontati, come le Regioni a statuto speciale, e «nessuno parla, per esempio, della mancata attuazione di alcuni punti fondamentali della Costituzione vigente. Mi riferisco all’articolo 49 sulla democrazia interna e sulla trasparenza dei bilanci dei partiti e all’articolo 39 sui sindacati». A Renzi è mancato il coraggio o i voti al Senato? «Direi tutte e due le cose», risponde.

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