Toghe e privilegi, ecco come da deputati maturano scatti e anzianità
Le toghe non possono iscriversi ai partiti politici, ma quando si candidano con un partito e lo rappresentano in Parlamento il divieto non vale più. Anzi – come si legge in un articolo del Giornale.it – la loro carriera va avanti come se fossero in un ufficio giudiziario e in base a un giudizio di merito necessario da quando, nel 2006, è cambiata la legge che prevedeva scatti automatici legati all’anzianità di servizio.
Le toghe maturano gli scatti anche se diventano deputati
Tra i criteri che Palazzo de’ Marescialli – si legge ancora sul Giornale.it – deve valutare ogni quattro anni ci sono indipendenza e imparzialità. E il punto è proprio questo: come può essere indipendente e imparziale un deputato o una senatrice schierati da una parte politica? Mentre per i magistrati che lavorano in tribunale, procura o nelle varie Corti, arriva al Csm il parere del Consiglio giudiziario su produttività di indagini, sentenze, delibere e attitudini organizzative, per i parlamentari il giudizio viene dalla presidenza della Camera di appartenenza.
La “promozione” delle toghe
Un giudizio che – scrive ancora il Giornale.it – non può che essere sull’attività politica, ben diversa da quella giudiziaria. Su questa base arriva la promozione. In aspettativa – si legge ancora su il Giornale.it – per mandato parlamentare non si prende lo stipendio ma l’indennità connessa al ruolo, intanto però si maturano aumenti di stipendio e trattamento previdenziale di cui si godrà alla fine dell’avventura politica, magari trent’anni dopo. Come Anna Finocchiaro del Pd, sempre eletta dal 1987 ma arrivata alla settima valutazione di professionalità, il massimo.