Furti in Nord Italia, sgominata la banda italo-romena del “gratta e vinci”

1 Ott 2016 12:35 - di Bianca Conte

Rapidi nell’esecuzione del borseggio, ingegnosi nella scelta dell’oggetto da sottrarre (oltre che del target a cui rivolgersi per rubarlo): prevalentemente, infatti, gli originali ladri che si spostavano in treno, oltre a soldi e sigarette, erano specializzati nel furto di “gratta e vinci”. E infatti, è grazie all’individuazione dell’esercizio commerciale di Milano dove i tagliandi vincenti venivano posti all’incasso, che i carabinieri di Verbania hanno smantellato la famigerata banda italo-romena dedita alle “singolari” ruberie e a rapine decisamente più sostanziose. Sette, al momento, le persone arrestate con l’accusa di furto, rapina e ricettazione della refurtiva per un valore stimato di circa 100.000 euro.

Badante romena intermediaria della banda del “gratta e vinci”

Sono una ventina i colpi, messi a segno in tutto il Nord Italia, di cui la banda viene accusata. Tra questi anche una rapina all’autogrill di Arsago Seprimo, sull’autostrada A8 in provincia di Varese, con tanto di bastoni e piccone per minacciare la commessa di turno. Dei sette arrestati due si trovano ai domiciliari. Si tratta di una donna romena, di professione badante, e di un cinquantenne italiano, accusati di ricettazione dei tabacchi e della refurtiva rubata. La donna, originaria dell’est europeo ma residente a Milano, avrebbe svolto la funzione di intermediaria tra gli autori materiali dei furti e delle rapine negli esercizi commerciali del nord Italia e il ricettatore, come detto un cinquantenne milanese, che invece avrebbe avuto il compito di provvedere a piazzare la refurtiva sul mercato. Dell’intera banda, soprannominata appunto del “gratta e vinci” per la singolare razzia dei tagliandi, i due sono stati posti ai domiciliari, ma il loro ruolo è considerato dagli inquirenti niente affatto secondario.

Razzie in treno: ecco come agiva la banda del “gratta e vinci”

Gli altri cinque componenti del tema criminale, tutti romeni di età tra i 18 e i 59 anni, si sarebbero prestati invece a fare da «pendolari del crimine»: sono accusati di 20 furti e di una rapina a mano armata. La banda, definita dagli investigatori particolarmente pericolosa, come detto ha scelto per i suoi membri un taglio e un modus operandi decisamente singolari, quanto meno indiscutibilmente diversi dal solito: a partire dalla scelta di utilizzare il treno per compiere le varie trasferte criminali. Le mete selezionate per le loro razzie quindi, il Verbano-Cusio-Ossola, Milano, Monza Brianza, Bergamo e Varese. la loro strategie, dunque, avrebbe previsto in prima battuta l’effettuare sopralluoghi mirati prima di individuare i negozi da colpire, situati – ovviamente –sempre in prossimità delle stazioni ferroviarie delle tratte regionali che si diramano dal capoluogo lombardo. Peccato che, quello che avrebbe potuto sembrare un loro punto di forza – e di esclusività – si è rivelato col tempo il loro stesso tallone d’Achille: sono state proprio le immagini registrate dagli impianti di videosorveglianza delle stazioni, infatti, a incastrare gli scaltri, ma non troppo, ladri del “gratta e vinci”…

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