Caprotti, testamento col botto: 75 milioni di € in eredità alla segretaria
Era diventata una sorta di telenovela. E, come in tutte le telenovelas che si rispettano, il finale non ha deluso. La telenovela è il testamento di Bernardo Caprotti, il fondatore di Esselunga e, soprattutto, il pioniere della grande distrubuzione made in Italy, intorno al quale ne abbiamo detto e lette di tutti i colori: dall”estromissione dei figli ai quadri lasciati al museo del Louvre in un turbinio di colpi di scena e di minacce in carta bollata. Gran parte dell’attesa degli eredi, tuttavia, ruotava intorno alla massa dei risparmi di caprotti, depositi bancari, titoli e conti correnti.
Ai congiunti Caprotti ha lasciato 15 milioni
Alla fine, però, a sentire fonti vicini alla famiglia riferite all’Ansa dopo che l’esecutore testamentario Stefano Tronconi ha verificato la consistenza dei risparmi, il finale col botto c’è stato. E che botto: a Germana Chiodi, infatti, storica segretaria di Caprotti, vanno la bellezza (è proprio il caso di dire) di 75 milioni di euro, ossia la metà dei risparmi del fondatore di Esselunga. Ai cinque nipoti dell’imprenditore, Fabrizio e Andrea (figli del fratello Claudio) e ai tre figli di Giuseppe Caprotti è destinata l’altra metà dei conti correnti e titoli di Bernardo, vale a dire 15 milioni a testa. Non è dato sapere, al momento, se la disposizione testamentaria sarà impugnata dagli eredi, soprattutto dai figli di primo e di secondo letto.
«Mai Esselunga alle coop»
Sullo sfondo resta poi il futuro di Esselunga: «Non dovrà mai finire alle Coop», ha ripetuto Caprotti tante volte nella sua vita. Che le “coop rosse”, del resto, fossero i suoi nemici era risaputo. Caprotti aveva coraggiosamente rotto il loro monopolio e ne aveva denunciato i comportamenti così poco isporati, diciamo così, dai meccanismi della concorrenza e del mercato in un libro dal titolo eloquente, Falce & carrello. A conferma che la sua eredità non è ricca solo di risparmi ma anche di uno stile imprenditoriale e di una cifra umana straordinariamente impegnativo.