La rabbia del sindaco Pirozzi: “Non mi hanno ascoltato, avevo denunciato tutto”

1 Set 2016 11:26 - di Carlo Marini

«Non vede come sono sereno? Posso andare dal magistrato domani. Parlo per quattro ore e si sgonfia tutto. Poi mi arricchirò con le querele». Lo dice – a Repubblica il sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi, interpellato sulle possibili responsabilità della sua amministrazione sui lavori alla scuola Capranica. Chiarisce che la ristrutturazione non era antisismica e nega di averla mai definita tale. «A me – dice, difendendo il suo operato – devono dare l’Oscar, altroché contestazioni». Spiega che dopo il terremoto dell’Aquila «ho timori per la mia scuola, chiedo che cosa devo fare. Torno ad Amatrice e decido di affidare uno studio a una società privata. Non chiedo soldi a nessuno, li tiro fuori dal bilancio del Comune. Non ho un euro, c’è il patto di stabilità, ma trovo il denaro e pago uno studio ingegneristico e geologico. Lì dentro leggerò che la scuola può reggere a un sisma di grado X. Tenuta strutturale, torsione dei muri. Non sono un tecnico, ma le conclusioni sono quelle: si può stare tranquilli». Che significa “grado x”? «Non posso ricordare tutto, stiamo mettendo a posto le carte. Diciamo 4, ma vado a spanne», risponde. Ma il punto è stato, secondo lui, «la violenza della scossa. Io ne ho sentite tante di botte nella vita, ma questa volta me la sono fatta sotto». «La Provincia – aggiunge – ha 200mila euro per ristrutturare il palazzo comunale. Casa mia, eh. E io che faccio: invece di salvaguardare me stesso ne investo 150mila sulla scuola alberghiera. Questa qua. Un avviso di garanzia? Un premio mi devono dare».

Il direttore dei lavori di Amatrice: “Cercano un capro espiatorio”

«La sabbia, le retine delle mosche, il polistirolo al posto dei muri. Tutte stupidaggini e speculazioni. Quei lavori erano fatti a norma». Lo dice – intervistato dal Corriere della Sera – il geometra Vittorio Cioni, direttore dei lavori alla scuola Capranica di Amatrice. «Ma la parte in cui abbiamo fatto l’intervento strutturale ha retto. È l’altra ala che è crollata». Quali lavori avete fatto? «Solo un restyling: intonaco, impianti. Nessun intervento ai pilastri», perché, spiega, «alla Metis era stato affidato uno studio di vulnerabilità della struttura. Diceva che l’altra ala era sopra il 60%, quindi a norma. Io sono un geometra, sono l’ultima ruota del carro, ma nell’associazione temporanea di imprese c’erano ingegneri, architetti. Lo abbiamo seguito pedissequamente».  Ma in una zona sismica non si doveva garantire il 100 per cento? «La norma non lo prevede. È tutto un problema di soldi. L’adeguamento al 100% sarebbe l’ideale. Ma è costosissimo, infatti non lo fa nessuno. Tutti i centri storici dovrebbero essere dichiarati inagibili. Cosa crede, che se arrivasse la Bestia a Roma il centro resterebbe in piedi?». Difende anche l’operato del sindaco Pirozzi: «Ci sarebbero voluti almeno due milioni di euro. Se aveva solo 500 mila euro, che bastavano appena per la parte vulnerabile, che avrebbe dovuto fare? Ora vogliono trovare un capro espiatorio».

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