Profughi in tutti i Comuni: dovranno essere 2,5 ogni mille abitanti
Come distribuire i profughi sul territorio nazionale visto che gli sbarchi continuano incessantemente sulle nostre coste? L’emergenza è stata affrontata in una riunione tra i sindaci e il ministro dell’Interno Alfano (disertata però da 23 primi cittadini leghisti) i cui esiti sono stati riportati da La Stampa.
La situazione sta infatti sfuggendo al controllo: «Fin qui l’accoglienza è stata generosa e solidale – ha detto Piero Fassino, presidente dell’Anci – ma la concentrazione su un numero limitato di città crea problemi evidenti. Il primo nodo è la centralità dei sindaci che devono essere coinvolti e gestire il processo diversamente da quanto avviene oggi, con la Prefettura che chiama e informa circa l’arrivo di un certo numero di migranti». Gli altri punti sono quelli del dibattito nazionale, a partire dalla proporzionalità alla contropartita da offrire ai Comuni virtuosi: «Servono incentivi che stimolino l’accoglienza e serve un impegno serio per far lavorare i profughi e favorirne l’integrazione. Non m’illudo che tutti i Comuni aprano le porte, per ora sono mille su 8 mila. Ma se si crea un modello interessante è possibile vincere alcune resistenze». E il modello dovrebbe vertere su due pilastri, stando a quanto annunciato da Angelino Alfano: l’adesione volontaria dei Comuni allo Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo) e una modalità di accreditamento “continuo” su un albo permanente. La ripartizione equilibrata da raggiungere dovrebbe far arrivare alla media di 2,5 profughi ogni mille abitanti. Ma attenzione: se il Comune non aderisce, si vedrà assegnata forzatamente una quota di proufghi sul proprio territorio.
Ma per ora sono solo chiacchiere: sono 151mila i migranti attualmente ospiti del sistema d’accoglienza nazionale, un numero record. La maggior parte (115mila) è stata sistemata in strutture temporanee ed i continui sbarchi (superata quota 121mila quest’anno) rendono sempre più complicata la loro gestione,