Niente vocazioni, dopo 577 anni a Gela chiude il convento degli agostiniani

26 Set 2016 13:21 - di Giorgia Castelli

Dopo 577 anni il convento dei frati agostiniani di Gela chiude per carenza delle vocazioni. La storica struttura di piazza Sant’Agostino diventerà un dormitorio per poveri legato alla Piccola casa della Misericordia, scrive il Giornale di Sicilia. Il vescovo della diocesi di Piazza Armerina, monsignore Rosario Gisana, ha garantito la continuità di tutte le attività e delle due feste legate al convento degli agostiniani e di interesse storico-popolare: San Giuseppe e Santa Rita. I due frati agostiniani, costretti a lasciare la struttura religiosa, padre Francesco Calleya e padre Giuseppe Ribaldone, raggiungeranno le nuove destinazioni a Cascia e Roma. Domenica pomeriggio hanno celebrato l’ultima messa.

Mancano le vocazioni, inutili i tentativi della Curia

Inutili i tentativi della curia vescovile e dei fedeli di far retrocedere gli agostiniani dalla decisione. Per non chiudere, la diocesi di Piazza Armerina ha accettato di prendersi cura del convento con un contratto ventennale gratuito. «Se in questo lasso di tempo arriveranno nuovi padri agostiniani – assicura don Lino Di Dio – non esiteremo a riconsegnare la storica struttura». La chiesa di Sant’Agostino è senz’altro  il più antico edificio di culto della città di Gela. La sua fondazione è contemporanea a quella della città di Terranova, che è poi il nome dell’antica Gela che venne rifondata successivamente da Federico II. La struttura della chiesa risale al 1439. Ora il convento cambia destinazione d’uso.

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