Ultimo sfregio ai morti, le razzie degli “sciacalli” fra le case devastate

25 Ago 2016 16:33 - di Paolo Lami

E’ l’ora degli sciacalli. Si aggirano silenziosi fra le macerie, pronti a rubare, ad un passo dai morti ancora semisepolti sotto cumuli di pietre, i ricordi di quella povera gente. Soccorritori e forze dell’ordine segnalano il moltiplicarsi di episodi di sciacallaggio nel Comune di Arquata, e in particolare nella frazione di Pescara del Tronto spazzata via dal terremoto di ieri ma anche ad Amatrice. Poco fa, nei pressi del centro di coordinamento dei soccorsi, un uomo è stato fermato e identificato dalla polizia perché sospettato di aver sottratto oggetti da alcune abitazioni. L’uomo, quando è stato bloccato, aveva con sé un trolley e ha rischiato di essere linciato dalla folla prima dell’arrivo di alcuni poliziotti. Altri sospettati sono stati fermati ieri e alcuni sono stati anche arrestati.
Ieri era stato fermato e poi rilasciato dopo accertamenti anche un profugo afgano, scambiato inizialmente per uno sciacallo, che cercava disperatamente di rimuovere da solo le macerie dalla casa dove erano sepolte due ragazze, sue connazionali, e dove non erano ancora giunti i soccorsi.
Secondo i soccorritori, in molti casi, si sono verificati episodi già nel corso della prima notte del sisma. Mentre stamani i carabinieri hanno intensificato i controlli in tutta l’area, dove lo stato della distruzione facilita il compito degli “sciacalli” e fanno sapere che nelle zone colpite dal sisma «non si segnala nessun problema di ordine pubblico».
Le pattuglie antisciacallaggio sono in azione, vengono effettuati controlli su chi si aggiri senza giustificazioni in determinate aree.
Il dispositivo, connesso alle esigenze di anti-sciacallaggio, nei centri urbani di Amatrice, Accumuli, Pescara del Tronto e Arquata, è stato rafforzato con l’impiego di 80 poliziotti dei Reparti Mobili di Roma e Senigallia, che si aggiungono ai 17 equipaggi dei Reparti Prevenzione Crimine della Polizia di Stato, di Perugia e Pescara, impiegati già da ieri.
E sale anche all’Aquila il rischio sciacallaggio dopo il sisma distruttivo del Centro Italia che ha riacceso nel capoluogo abruzzese l’incubo del 6 aprile 2009. Ai carabinieri del capoluogo sono arrivate alcune segnalazioni di persone ben vestite che hanno suonato casa per casa chiedendo soldi per l’emergenza sisma di Amatrice. Ma c’è anche un altro caso, sulla cui veridicità al momento si dubita ancora, di cui si sta parlando con un messaggino che si sta diffondendo in modo virale tra gli aquilani, attraverso la messaggistica di Whatsapp e anche attraverso i social network. “Attenzione: gira per L’Aquila un gruppo di persone che, fingendosi dipendenti del Comune, chiedono di entrare nelle abitazioni per verificarne l’agibilità e poi commettere furti! La meschinità umana non ha limiti. Fate girare!”, è il testo. Su questa casistica, tuttavia, al momento mancano sia denunce che segnalazioni tanto ai Carabinieri quanto alla Polizia di Stato.
«Per sciacalli pronti a rubare sulle macerie del terremoto io vorrei almeno 10 anni di galera ai lavori forzati. Schifosi. #TerremotoItalia», scrive in un tweet, il leader della Lega Nord Matteo Salvini.

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