Salvini: basta soldi alle moschee dai Paesi arabi. Si alimenta il terrorismo

5 Ago 2016 15:57 - di Redazione

«Basta soldi dai Paesi arabi per finanziare la costruzione di nuove moschee. Arrivano in Italia 18 milioni all’anno da Turchia, Qatar e Arabia Saudita: soldi che nessuno puo’ garantire non siano utilizzati per favorire lo sviluppo del terrorismo». Matteo Salvini annuncia la presentazione di una proposta di legge per bloccare questa pratica.

Salvini: basta soldi alle moschee

Con l’approvazione della nostra proposta, oltre al divieto dei finanziamenti dall’estero, si otterrà  una mappatura precisa di tutti i luoghi di culto già presenti, compresi i centri culturali, e l’obbligo per qualsiasi religione che non abbia già firmato l’accordo con lo Stato di inserire nel proprio statuto il rispetto dei dettami costituzionali», spiega il leader della Lega. Una proposta simile è stata fatta alcune settimane fa da Fratelli d’Italia e dal capogruppo alla Camera, Fabio Rampelli.

«Se Berlusconi ci sta, bene. Altrimenti…»

«Purtroppo l’economia è ferma e le idee della Lega che ho sottoposto anche a Berlusconi l‘altra sera devono essere attuate rapidamente». Parola di Salvini, che dai microfoni di Radio Padania ricorda le proposte del Carroccio: la rivoluzione fiscale con una tassa unica al 15%, il federalismo fiscale, la ridiscussione di tutte le direttive europee e della moneta unica, la cancellazione degli studi di settore e della legge Fornero. «Se su questo Berlusconi ci sta e dà una mano, sono contento. Se invece qualcuno in Forza Italia ha nostalgia dell’inciucio con Renzi, ce lo faccia sapere».

Salvini: Parisi? Non commento il nulla

«Parisi? Non è che mi tolga il sonno la notte», risponde Salvini ironico a chi gli chiede un giudizio sull’ipotesi che l’ex candidato a sindaco di Milano possa prendere il timone del centrodestra. «Quando avrò capito che cosa vuole fare, lo commenterò. Il nulla e il vago mi è difficile commentarlo». Diverso il parere rilasciato al Corriere della Sera dal fondatore della Lega, Umberto Bossi. «Sì, con Parisi c’è buona sintonia, il suo rilancio del federalismo fiscale è un messaggio alla Lega. Va data finalmente al Paese quella legge che il Parlamento voleva e che Giorgio Napolitano non ha firmato». Il senatùr boccia l’ipotesi di candidare Salvini a premier del centrodestra: «Ha ritardato troppo a fare delle scelte. Alle ultime amministrative ha puntato su Roma come porta verso il Sud: se avesse preso voti, si sarebbe potuto proporre come premier. Invece…».

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