Rinaldo, 82 anni, non molla e veglia le case di Capricchia: «non me ne vado»

31 Ago 2016 18:01 - di Paolo Lami

Caparbio è caparbio. Di lì non si muove. E la Protezione Civile, vista la sua ostinata determinazione a non lasciare il borgo dove vive da quando è nato, gli ha “affidato” il compito di “vigilare” sulle case, difendendole dagli sciacalli. «Io resto qui, non me ne vado», dice Rinaldo, (qui il video) 82 anni, trascorsi tutti a Capricchia, piccola frazione di Amatrice che conta tre nuclei familiari residenti ma che d’estate si riempie di villeggianti. Lui è l’unico che ancora vive a Capricchia, dopo il terremoto.
E, dalla notte del sisma, Rinaldo è il custode di quelle case sbriciolate e del loro passato.
«Il pericolo è soprattutto di notte – racconta ai microfoni di AlaNews -. Arrivano, entrano nelle case e portano via quello che trovano».
Ma, soprattutto, Rinaldo tiene costantemente sotto controllo tre grossi serbatoi di Gpl da 5mila litri ciascuno, che servono tutto il paese.
«Già con le prime scosse è scoppiato un tubo di uno dei bomboloni – spiega – ed ho subito chiuso il rubinetto, ma qui la terra continua a tremare e non si sa quello che può accadere…».
La notte del terremoto era a letto e quel «fischio infernale che proveniva dalle viscere della terra» non lo dimenticherà mai. Ma nonostante la paura, Rinaldo di giorno continua ad entrare e uscire da casa sua. «La mia è una casa antisismica – assicura – e poi – confessa con un’amara risata – per andare in bagno devo andare a casa mia, non si discute».
Anche sua figlia è rassegnata e sa che nulla può smuovere la caparbietà dell’anziano padre, neanche il terremoto. «Io devo andarmene, non sono tranquilla per lui ma tanto lui da qui non si muove», dice.

 

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