Putin approfitta della debolezza di Obama: ecco il suo “Nuovo Ordine”
Il nuovo assetto internazionale
Primo: le fibrillazioni con Kiev sui confini della Crimea, incluso l’invio di missili S-400, servono a far sapere all’Europa dell’Est che Mosca resta protagonista della regione, determinata a tutelare i diritti delle popolazioni russofone, per nulla intimorita dal dispiegamento di truppe Nato lungo i propri confini deciso al recente vertice di Varsavia. Secondo: l’intensificazione dell’offensiva di Aleppo, con i pesanti raid contro le aree in mano ai ribelli islamici anti Assad, descrive la volontà di far prevalere il regime del Baath nella guerra civile, ipotecando la gestione della transizione a Damasco ovvero i futuri equilibri fra i grandi rivali del Medio Oriente, Iran ed Arabia Saudita. Terzo: la riconciliazione con Recep Tayyip Erdogan, interlocutore indispensabile sulla Siria perché sostiene i ribelli islamici, consente di identificare nella Turchia un partner economico e politico nel più vasto scacchiere dell’Eurasia a dispetto della sua appartenenza all’Alleanza Atlantica.