Migranti, la Svizzera nega il visto. In 400 accampati nella stazione di Como
Si fa sempre più critica la situazione a Como. È salito ormai a 400 (ma il dato è purtroppo destinato a salire) il numero dei migranti accampati oramai da un mese sono accampati nei giardini della stazione ferroviaria della città lariana. Si tratta in maggior parte di etiopi ed eritrei che si sono allontanati volontariamente dai centri di accoglienza nel Sud nel tentativo di ricongiungersi alle proprie famiglie d’origine in Germania. Tentativi finora falliti perché le autorità svizzere, che non accettano nemmeno richieste di asilo, li hanno respinti a Chiasso.
Sono eritrei ed etiopi. La loro meta è la Germania
L’ultimo è stato effettuato proprio in queste ore con il trasporto di un centinaio di loro a Taranto, come già avvenuto un paio di volte nell’ultimo mese. Ma dopo pochi giorni ritornano, tentano di passare la frontiera e si fermano nuovamente a Como. Per ora la situazione dell’ordine pubblico è sotto controllo, ma ogni giorno che passa si fa sempre più difficile l’assistenza, finora assicurata dalla Caritas, da gruppi di volontari, dalla Croce Rossa, da alcune parrocchie e anche da alcuni volontari svizzeri, che fanno capo alla deputata cantonale socialista Lisa Bosia Mirra, critica con la politica svizzera dei respingimenti.
E a Como arriva anche il delegato Onu
La Croce Rossa ha allestito un tendone con 30 posti letto, 20 dalla parrocchia di Sant’Agata mentre la Caritas ha predisposto una mensa serale in un oratorio vicino che ieri sera ha servito 400 pasti. «Non è un problema di cui la sola Como può farsi carico», ha avvertito il sindaco Mario Lucini.Più polemico il direttore della Caritas Roberto Bernasconi: «La politica a livello nazionale non ci ha mai voluto mettere la testa e siamo arrivati qui». Intanto è arrivata a Como Giulia Foghin, funzionario dell’Alto Commissariato Onu per i rifugiati, per partecipare a un incontro in prefettura.