La Finanza a caccia di documenti, dubbi sulle attestazione Soa
Procedono su diversi fronti gli accertamenti giudiziari sul terremoto delegati dalle Procure e anche dall’Anac – è questa la grande novità – alla guardia di Finanza che sta effettuando acquisizioni di documenti in varie direzioni, sia nei confronti delle amministrazioni coinvolte negli appalti dei lavori di ristrutturazione e di adeguamento sismico degli edifici ora crollati, particolarmente quelli pubblici, sia nei confronti delle ditte che hanno lavorato proprio in quei cantieri ma, anche, nei confronti degli stessi organismi che rilasciano le S.O.A., le società per azioni autorizzate dall’Autorita di vigilanza dei Lavori Pubblici a valutare l’idoneità di un impresa ad eseguire lavori pubblici per un determinato importo rilasciando loro un attestato di qualificazione, la Soa, appunto.
Il sospetto, in questo ultimo caso, è che alcune ditte che negli anni scorsi hanno lavorato al patrimonio immobiliare oggi crollato non avessero i requisti di legge per partecipare agli appalti. E questo è uno dei tanti filoni delle inchieste che stanno procedendo a piccoli passi in ogni direzione.
Procede con i piedi di piombo e con il massimo della cautela il procuratore capo di Rieti, Giuseppe Saieva. E invita tutti a fare altrettanto visto che «al momento è prematuro parlare di indagati». E mentre molti commentatori e giornali sembrano aver già individuato i capri espiatori e sono pronti a crocifiggerli, pur in assenza di qualsivoglia documentazione, gran parte della quale è ancora sepolta sotto centinaia di metri cubi di macerie, Saieva spiega la sua prudenza: «per ora partiamo dai documenti. Finché non abbiamo elementi sufficienti per iscrizioni il procedimento resta contro ignoti».
«La peculiarità dell’indagine non si sposa per ora con audizioni, partiamo dai documenti. Ora chi dovremo sentire? – chiede Saieva ai molti che lo interpellano sui suoi prossimi passi – L’inchiesta non può prescindere dall’acquisizione di documenti e dalle rilevazioni tecniche. Per ora non ci sono neanche i dati ufficiali che indichino il numero dei fabbricati crollati, è prematuro anche parlare di verifiche sui collaudi.
Ma intanto la guardia di Finanza sta rastrellando tutta la documentazione richiesta non solo dai magistrati ma anche dall’Anac di Canone per poter fare un primo quadro d’insieme. Una “coabitazione” quelle delle Procure e dell’Anac che rischia di far sovrapporre gli accertamenti.
Gli uomini del Nucleo anticorruzione e dei Nuclei di polizia tributaria delle Fiamme gialle stanno operando a Rieti, Torino e Bari presso le sedi della Regione, della Provincia e del Genio civile oltre che nelle sedi delle ditte.
Nell’ambito degli accertamenti sulla scuola di Amatrice, crollata dopo il sisma, e i lavori di ristrutturazione, la guardia di Finanza ha eseguito acquisizioni di informazioni e documenti anche presso la Regione Lazio ma, più in dettaglio l’acquisizione di atti relativi alla procedura di affidamento dei lavori interessa anche la Provincia di Rieti e il Comune di Amatrice in quanto enti finanziatori dei lavori stessi, le ditte che si sono aggiudicate l’appalto e quelle che materialmente hanno eseguito l’opera e anche soggetti che hanno rilasciato le certificazioni di qualificazione per partecipare agli appalti, le famose Soa.
Risponde a chi prova a gettargli la croce addosso, il vicesindaco di Gianluca Carloni, geometra: «Io e mio fratello facciamo vite separate. Un conto sono io, un altro Ivo (ingegnere, titolare di un avviato studio di progettazione, ndr). Ognuno ha il suo lavoro. Io non ho avuto un solo appalto pubblico ad Amatrice fra il 2009 e il 2016».
«Ad Amatrice – continua Carloni replicando a chi insinua dubbi sui suoi interessi nei lavori degli edifici oggi crollati – non ho preso un lavoro né da vicesindaco, né da consigliere comunale o da assessore. L’ultima ristrutturazione pubblica a cui ho lavorato è la Torre Civica, nel 2002. All’epoca i lavori di ripristino e ristrutturazione venivano affidati ai geometri della Provincia, una decisione che secondo me era giusta. La Torre – prosegue – ha retto alle scosse del 24 notte. E la mia parcella è stata di tremila euro».
Sostanzialmente conclusa l’acquisizione di documenti amministrati nell’archivio del Comune di Accumoli: i militari delle Fiamme Gialle delegati del procuratore Saieva avrebbero compiuto il sequestro nella giornata di ieri.
Più difficoltose, a causa del crollo che ha interessato l’intero stabile che ospita il municipio, le acquisizioni, non ancora compiute, che dovranno riguardare i documenti conservati nell’archivio e negli uffici tecnici del Comune di Amatrice, così come il server informatico del Comune di cui è stato disposto il sequestro insieme a tutta la documentazione disponibile nell’archivio e negli uffici tecnici dello stesso municipio.
Al momento il sistema informatico di cui era dotato il Comune è sotto le macerie, così come tutta la documentazione amministrativa e tecnica che gli inquirenti puntano ad acquisire nell’ambito dell’inchiesta coordinata dal procuratore capo Giuseppe Saieva. Nelle prossime ore la procura reatina potrebbe incaricare i vigili del fuoco di avviare le ricerche tra le macerie del municipio, già sotto sequestro e piantonate giorno e notte.
Preservare i documenti e i reperti utili alle indagini che sono ancora sotto le macerie e poi recuperarli è una delle priorità della Procura di Rieti: «Stamani ci siamo incontrati con le forze dell’ordine e i vigili del fuoco per capire dove reperire spazi per mettere i reperti – ha detto il procuratore capo -. Intanto i luoghi vengono sorvegliati».
Il nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Bari ha acquisito, su disposizione dell’Anac, presso una ditta barese, documenti relativi ai lavori di ristrutturazione eseguiti negli anni scorsi nella scuola di Amatrice e, in particolare, tutta la documentazione utile a ricostruire modalità e condizioni dell’appalto di affidamento dei lavori e successiva esecuzione degli stessi.
«Il Consiglio dell’Autorità Anticorruzione, che proprio oggi è riunito – ha spiegato Cantone – ha chiesto alla guardia di Finanza di ampliare i controlli anche a tutti gli altri appalti che sono stati oggetto del sisma. Abbiamo aperto un’attività di vigilanza prevista dal codice degli appalti per capire come sono stati dati i lavori, se cono stati dati correttamente e anche per capire l’oggetto dei lavori. Abbiamo individuato qualche situazione di scarsa chiarezza nella parte degli appalti e stiamo provando con la Gdf ad approfondire».
Gli accertamenti di Anac e Finanza puntano a verificare se le società che hanno lavorato sulla scuola di Amatrice, crollata dopo il sisma, avevano tutti i requisiti per operare.
Tra i vari aspetti sotto la lente – e tra questi, centrale, è se i lavori siano stati realmente di adeguamento sismico o solo di miglioramento sismico – uno riguarda nello specifico la modalità con cui i lavori sono stati affidati.
Ad aggiudicarsi la gara nel settembre 2011 fu il Consorzio Stabile Valori Scarl di Roma (qui la Soa rilasciata dalla Attesta di Locorotondo, in provincia di Bari).
A svolgere materialmente i lavori, però, nel 2012, è stata una società diversa, la Edilqualità Srl di Roma, che della prima è una consociata avendo aderito al Consorzio che conta 62 imprese. Anche questo passaggio verrà, infatti, radiografato. Questo genere di passaggio, infatti, tecnicamente viene definito “avvalimento“, è previsto dalla legge e da recenti accertamenti della Gdf emerge che il Consorzio Stabile Valori ha utilizzato questo meccanismo in molti appalti pubblici. Questo meccanismo permette ad aziende che non hanno in proprio i requisiti, di partecipare ad appalti pubblici e poi eseguire i lavori avvalendosi di altre ditte. Approfondimenti saranno quindi condotti per accertare che questo istituto non sia stato utilizzato per eludere le norme o le disposizioni del bando di gara ingannando gli stessi pubblici amministratori comunali tratti in inganno dalle attestazioni rilasciate.
Prova ad anticipare i magistrati il titolare dell’Edilqualità srl, l’imprenditore Gianfranco Truffarelli che oggi, tramite il suo avvocato, Massimo Biffa, ha presentato una memoria difensiva in procura a Rieti proprio mentre negli uffici giudiziari era in corso una riunione tra pm e polizia giudiziaria per coordinare il lavoro, in particolare sull’arrivo di una imponente mole di documenti acquisiti per l’inchiesta.
Quanto al Comune di Amatrice, ha chiesto alla Procura di Rieti, per il tramite dell’avvocato Mario Cicchetti, l’incidente probatorio sulla scuola Capranica in parte crollata «per una perizia sull’edificio, per verificare i cedimenti avvenuti e recuperare i reperti prima che vengano asportati materiali o l’arrivo del maltempo possa peggiorare la situazione».
«La procura ha i suoi tempi e per ora non ha risposto nulla – ha chiarito Cicchetti -. La procedura prevede che ogni incidente probatorio venga notificato agli indagati, ma nel fascicolo ancora non ce ne sono».
Cicchetti non ha invece voluto commentare l’ipotesi che l’adeguamento antisismico della scuola in realtà non sia mai stato fatto. «Su questo non parlo – ha detto Cicchetti -. C’è un’indagine in corso».
Dal canto suo, il procuratore Saieva ritiene che «non è previsto processualmente che una parte civile richieda l’incidente probatorio, valuteremo se farlo». Quanto alla memoria difensiva consegnata dall’avvocato di Truffarelli, Saieva ha detto che «è molto voluminosa» e riguarda l’appalto per la ristrutturazione.
Saieva ci ha anche tenuto a spiegare come sta procedendo il lavoro dopo che è scesa in campo anche l’Anac di Cantone: «Con l’Anac non è prevista una indagine congiunta, ma uno scambio di informazioni e un coordinamento delle attività». Quanto alle forze in campo per l’inchiesta, il procuratore ha detto che «per il momento sono sufficienti (cinque pm compreso il capo della procura, ndr), ma se chiederò aiuto c’è già la disponibilità degli uffici superiori per aumentare l’organico attraverso applicazioni o altro».
Ripercorre le vicende della ricostruzione nel reatino dopo i terremoti degli anni scorsi, Luigi Ciaramelletti, ex-assessore della Regione Lazio durante la giunta Storace, tra i sub-commissari che si sono occupati della ricostruzione. A chi lo accusa di aver distribuito incarichi fra ignegneri, geometri, architetti, progettisti e collaudatori spendendo il 40 per cento dei finanziamenti, Ciaramelletti risponde mettendo in fila uno dopo l’altro tutti i suoi ricordi: «Ho l’impressione che si vada dietro a una favola. Non ho le carte sotto mano ma che il 40 per cento dei fondi per la ricostruzione sia stato utilizzato per pagare i progettisti mi sembra esagerato. I tre progettisti – un ingegnere, un architetto e un geometra – condividevano la stessa parcella. E poi, nelle erogazioni per la progettazione, era compreso anche l’addetto al collaudo in corso d’opera. Tutto normale».
Quanto alla gestione dei fondi per la ricostruzione «credo – dice Ciaramelletti – che tutto sia andato come doveva andare. Si procedeva all’assegnazione dei fondi sulla base delle richieste dei tecnici della Protezione civile o delle squadre del Genio civile: la procedura era questa. Una volta rilevati i danni ci trasmettevano l’elenco delle stime del danno. Sulla base di queste – aggiunge – il comitato scientifico incaricava una ditta appaltatrice e due volte al mese si riuniva per osservare l’andamento dei lavori. L’unica modifica che ho potuto fare è stata quella di far sedere il procuratore della Repubblica al tavolo del comitato». Un garante che ha certamente tutelato gli interessi dei cittadini e della Pubblica amministrazione.
Resta al momento a modello 45, come notizie non costituenti reato, il fascicolo aperto dalla Procura della Repubblica di Ascoli Piceno sui danni causati dal sisma del 24 agosto scorso.
La magistratura ascolana opera nel più stretto riserbo e nessuna dichiarazione ufficiale esce dal secondo piano del Palazzo di Giustizia da parte del procuratore capo Michele Renzo e del sostituto Umberto Monti, che nel vertice di questa mattina ha preso atto della relazione dei carabinieri e dei vigili del fuoco sullo stato dei luoghi colpiti dal terremoto, con attenzione particolare alla scuola, al palazzo comunale e dall’ufficio postale di Arquata del Tronto e sui danni riportati dalla nuova ala dell’ospedale di Amandola, collaudata quattro anni fa.
I militari dell’Arma continuano nella loro opera di monitoraggio e di acquisizione di documenti relativi alle strutture pubbliche prima di tutto, agli interventi effettuati in epoca recente e alla georeferenziazione del ritrovamento delle 50 vittime del sisma.