Dava da mangiare al marito morto da due mesi: «Pensavo fosse vivo»
Per oltre mezz’ora ha tenuto fuori dalla porta i poliziotti chiamati per l’odore insopportabile che proveniva dall’appartamento dove viveva con il marito da oltre vent’anni. Quando Lucia, 70 anni, si è convinta ad aprire era visibilmente sotto choc, ma la scena più forte i poliziotti se la sono trovata davanti agli occhi solo entrando nel salotto dell’abitazione nel quartiere residenziale Mompiano, a nord di Brescia. Il marito della donna, Giovanni Mecca, 87 anni era seduto in poltrona, ma morto. Da almeno due mesi e praticamente mummificato in quanto in avanzato stato di decomposizione. «Non sapevo fosse morto», ha immediatamente detto la moglie che per otto settimane avrebbe “alimentato” il marito, ormai senza vita, con il latte. La coppia, entrambi insegnanti in pensione, non aveva figli e nessuno si era accorto di quanto stava accadendo nella loro casa. “Una coppia molto riservata, raramente parlavano con gli altri” raccontano alcuni vicini di casa, gli stessi che dopo giorni a respirare odori nauseanti hanno dato l’allarme. «Abbiamo suonato, ma la signora guardava dalla finestra e non apriva», racconta un residente in zona. Non si esclude che la mancata denuncia del decesso da parte della donna possa essere legata all’incasso della pensione del marito, di 17 anni più anziano. «Pensavo potesse esserci un animale morto nel loro giardino che non curavano da tempo», ha detto un vicino. Ora l’appartamento è stato posto sotto sequestro dalla Procura di Brescia che ha aperto un’inchiesta per fare piena luce sulla vicenda. Lucia Mecca è ricoverata agli Spedali civili di Brescia dove è stata sottoposta a perizia psichiatrica, mentre il cadavere del marito è a disposizione dell’Istituto di Medicina Legale per l’autopsia. L’anziano sarebbe morto per cause naturali.