Così l’Airbus di Renzi rimase ancora chiuso nell’hangar: paura della sfiga?

4 Ago 2016 13:56 - di Tano Canino

Sarà la paura della sfiga. Sarà scaramanzia. Qualcosa sarà. Fatto sta che l’Airbus 340 nuovo di zecca, che avrebbe dovuto già da tempo portare Matteo Renzi in giro per il mondo, rimane ancora nell’hangar della zona militare dell’aereoporto di Roma-Ciampino. Quella che avrebbe dovuto essere la risposta del fancazzista fiorentino all’Air Force One americano, rimane a terra. Di tirarlo fuori dall’hangar e farlo volare proprio non se ne parla. Il premier è volato a Rio de Janeiro, con moglie e figlio, a gustarsi una settimanella di vacanza per le Olimpiadi con il vecchio Airbus 319. Quello voluto e utilizzato da Silvio Berlusconi. Vecchietto certo, ma sicuro avrebbero spiegato al ragazzotto di Rignano sull’Arno. Già, perchè quel mastodonte dei cieli che il nostro Paese ha comprato in leasing e che pare ci costi un occhio della testa (almeno 200 milioni, si vocifera) non sembrerebbe garantire tutti i necessari standard di sicurezza. Come si ricorderà, l’Airbus 340 è stato preso in leasing da Ethiad. Gli arabi che hanno acquisito Alitalia. E il 340 resta civile per precisa scelta proprio di Ethiad, che ne resta il proprietario: lo Stato italiano infatti non lo ha acquistato, ma solo “affittato”. Un affitto pesante e “secretato” (perché?) per un bene inutilizzato. Un’altra storia italiana. L’ennesima di sprechi dei soldi del contribuente che neppure può vedere in volo o in Tv quel che ha pagato. Misteri nostrani. Ma tant’è, il Matteuccio nostro, fatta una riflessione, ha optato ancora per l’usato sicuro. In Brasile ci porta pure la famiglia: meglio non rischiare. E seppur costretto ad uno “stop over” per il necessario rifornimento l’affidabilità dell’aereomobile non è in discussione. Perciò l’Airbus 340, il quadrimotore il cui contratto di leasing è stato segretato, rimane desolatamente inguattato nell’hangar di Ciampino. Fermo. Il motivo della scelta è ancora oscuro. C’è da dire che l’Airbus 340 consuma assai di carburante: più dell’intera flotta di Stato. Magari questo, in tempi di crisi, ha sconsigliato Renzi dall’ostentarlo. Anche se, conoscendo la sua incommensurabile spocchia, è difficile credere che l’abbia fatto per pura opportunità politica. Ci dev’essere dell’altro. Altro che potrebbe chiamarsi paura. Paura della sfiga. O scaramanzia. Qualcosa sarà.

 

 

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