«Cercasi assessore donna»: il sindaco che vive con l’incubo delle quote rosa

11 Ago 2016 17:05 - di Roberto Mariotti

Aaa assessore donna cercasi in piccolo comune dell’Irpinia. Referenziata e possibilmente di maggioranza, per rispettare legge su quote rosa. L’annuncio, del tutto frutto di fantasia, rende quanto di paradossale sta accadendo a Castel Baronia, circa 1200 anime ingovernabili tra le distese di verde dell’Avellinese dopo che il sindaco Felice Martone si è visto imporre dal difensore civico della Campania la nomina del capogruppo dell’opposizione in giunta dato che le tre donne elette nella lista di maggioranza hanno rifiutato l’incarico. Conseguenze? Da allora il sindaco non convoca più la giunta e il Comune è allo stallo totale.

La querelle dell’assessore donna

Come si legge in un articolato servizio dell’Ansa, la querelle ha inizio due anni fa quando, dopo l’elezione a sindaco di Felice Martone, le tre donne elette nella lista civica che l’aveva sostenuto, fanno sapere di non essere disponibili per problemi familiari o di lavoro a ricoprire uno dei due posti di assessore previsti dalla norma. Martone nomina così assessori due uomini, ma sotto la spinta dei consiglieri di minoranza, interviene il Difensore Civico della Campania, Francesco Bianco, il quale dà 40 giorni di tempo al sindaco per ristabilire la parità di genere prevista dalla legge. Martone fa finta di niente e lascia cadere l’intimazione: «Non sono nelle condizioni oggettive – fa sapere il sindaco – di adeguarmi alla legge». Ma il difensore civico non demorde e nomina un commissario ad acta, Adriano Tortora, che nel frattempo ingaggia una inutile opera di mediazione con il sindaco che non produce risultati. Si arriva così all’epilogo della vicenda: di fronte al traccheggiare del sindaco, Tortora si convince a nominare assessore Patrizia Reale, che è sì donna ma nei banchi del Consiglio comunale svolge il ruolo di capogruppo d’opposizione. L’atto di ufficio è stato notificato al sindaco Martone il 9 agosto scorso ma fino ad oggi il neo assessore, sposata e madre di due figli, non è stata ancora convocata in Comune per partecipare ai lavori della Giunta comunale. Il sindaco di Castel Baronia, volendo, potrebbe ricorrere alla sua revoca ma il problema della parità di genere si riproporrebbe, con la conseguenza di rendere nulli tutti gli atti deliberati dall’esecutivo. Ecco allora che come in un gioco dell’oca si torna al punto di partenza. Pare, infatti, che il commissario ad acta abbia ripreso il pressing nei confronti delle donne elette nella lista del sindaco nella speranza di convincere almeno una delle tre ad accettare l’incarico mentre il sindaco Martone si guarda bene dal riunire la sua giunta molto bipartisan.

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