Auguri a Mogol, il più grande poeta pop della canzone italiana

16 Ago 2016 18:32 - di Francesco Severini

Giulio Rapetti, in arte Mogol, compie 80 anni. È nato il 17 agosto del 1936 a Milano. Un gigante della storia della musica leggera. Il più celebre paroliere della canzone italiana. Il suo nome è caro ai fan di Lucio Battisti ma Mogol è stato ed è molto altro. Ha scritto per Mina, Celentano, Ramazzotti, la Pfm, Mango, solo per citare alcuni dei grandi che hanno cantato i suoi testi.
Negli anni Sessanta ha firmato tanti importanti successi, tra cui molte cover famose. Il Paradiso, Sono bugiarda, Sognando la California, Senza luce, Io ho in mente te, 29 settembre, A Chi, Ma che colpa abbiamo noi, E la pioggia che va, La spada nel cuore, Riderà, Se piangi se ridi, Una lacrima sul viso. Fu Mogol a convincere Battisti a cantare le proprie canzoni, vincendo le resistenze della discografia che riteneva quella voce così insolita poco adatta. “Ho dovuto lottare – ha ribadito in un’intervista apparsa su La Stampa il 15 agosto – perché non volevano che cantasse, né Ricordi né la Rai. Mi seguì alla lettera, fino a un certo punto. Fui io a consigliargli di non apparire più in pubblico: nel ‘68 lo insultavano tutti, basta. Una vergogna, fra quelli di Mao, i Katanghesi e tutti gli altri: figli della borghesia con il cachemirino. Ci siam beccati dei fascisti perché non scrivevo canzoni di protesta. Lucio? Non gliene fregava niente”. Poco prima di scrivere Emozioni, nel giugno del 1970, il duo Mogol-Battisti fece un viaggio che per l’epoca fu rivoluzionario, da Milano a Roma, a cavallo. L’idea fu di Mogol che, a un certo punto, disse: «Lucio, dobbiamo farlo quel viaggio a cavallo. Se non lo facciamo noi, chi lo fa?». E Battisti: «Lo spirito è quello di provare a noi stessi che possiamo farcela, e quello di godere, senza preoccupazioni, di un vero contatto con la natura, per curarci un po’ delle malattie della nostra vita di lavoro, di fretta, di angosciosa corsa contro il tempo».

Tra le sue traduzioni ci sono alcuni super classici di Dylan, Blowin’in the Wind (La risposta è caduta nel vento cantata da Tenco), Mister Tambourine Man (Mister Tamburino cantata da Don Backy) e Like a Rolling Stone (Come una pietra che rotola, cantata da Gianni Pettenati). Con Mauro Pagani è l’autore del testo di Impressioni di Settembre, il brano più celebre della PFM e probabilmente del Progressive Italiano.

Le canzoni italiane attuali non le ascolta, non segue le star del momento come Mengoni o Emma, eppure per lui la musica pop è essenziale. Lo ha spiegato così in un’intervista di un anno fa: “Un libro lo leggi una volta e spesso lo dimentichi. Le canzoni che ti restano in testa le impari a memoria, le canti. E il seguito è di milioni, miliardi di persone. Quando sento canzoni come Non sarà un’ avventura, La canzone del sole, o L’ emozione non ha voce, e vedo la gente che muove le bocche tutte insieme, che le canta a memoria, capisco. Se il livello del pop è alto, il livello delle persone è alto”.

Nel cuore dell’Umbria, a Toscolano, ha fondato il Cet, Centro di eccellenza universitario della musica popolare dove si sono formati oltre 2500 studenti e dove il maestro Mogol spiega come scrivere una canzone originale e al tempo stesso semplice. Canzoni come quelle che ha scritto nel suo lungo viaggio di un poeta.

 

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