Risultavano poveri, ma possedevano case e auto di lusso: indagati 5 rom

19 Lug 2016 14:03 - di Martino Della Costa

Un tenore di vita elevato a fronte di dichiarazione dei redditi da nullatenenti o giù di lì: non c’è voluto molto per mettere a confronto due elementi così contraddittori e arrivare al sequestro dei beni – appartementi e automobili soprattutto – eseguito nei confronti di cinque rom. Cinque personaggi che, oltre al lauto patrimonio in loro possesso, hanno rivelato anche un «curriculum criminale» altrettanto ricco e vario.

Disposto il sequestro dei beni di cinque rom

Così, su delega della Procura della Repubblica di Udine, Guardia di Finanza e Carabinieri hanno eseguito un sequestro di beni nei confronti dei cinque rom che potevano vantare al loro attivo tre abitazioni in provincia di Udine e sette automobili, beni che al momento figurano tra quelli sequestrati, per un valore complessivo stimato di circa 500.000 euro. Si tratta della prima applicazione della normativa antimafia in materia di misure di prevenzione patrimoniali adottata dal Tribunale di Udine.

Cinque rom dal tenore di vita elevato

E allora, partendo proprio dalle abitudini e dai lussi che i cinque rom si concedevano – gli indagati mostravano un elevato tenore di vita accumulando un cospicuo patrimonio immobiliare e mobiliare, anche intestato ai conviventi – gli accertamenti patrimoniali e reddituali, eseguiti anche con la ricostruzione di quanto da loro speso e acquistato, hanno consentito di dimostrare la sproporzione tra il valore dei beni sequestrati e i redditi (nulli o modesti) da loro dichiarati.

A fronte di una dichiarazione dei redditi…

A quel punto, risalire dal sequestro dei beni all’origine dei proventi è stato conseguenziale: così, indagini congiunte condotte nei confronti dei cinque rom, hanno fatto emergere un «curriculum criminale» a loro ascrivibile costituito da attività di truffa, estorsione, falso, furto, rapina, ricettazione e riciclaggio, per i quali, peraltro, alcuni dei processi si erano anche conclusi con condanne definitive. Ora, a quelle sentenze, si aggiunge quest0’ultima indagine in corso che per adesso gha accreditato già un risultato: la beffa – e la truffa – ordita ai danni del fisco. E, forse, non solo…

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