Polemica sugli 007 francesi. Valls: che errore liberare l’assassino di Rouen

29 Lug 2016 12:47 - di Bianca Conte

Non si placano le polemiche in Francia sugli 007 francesi colti in fallo su parecchie sviste. Troppe. Il giro di vite su controlli anti-terrorismo arriva solo ora: dopo la mattanza di Nizza e lo scempio di Rouen. E adesso suonano quasi come una beffa le espulsioni tardive, le analisi delle videoregistrazioni che ritraggono i killer prma dell’azione, il presidio del territorio con l’annuncio – postumo – del presidente Hollande sulla mobilitazione di altri 3000 riservisti di gendarmeria e polizia: gli 007 francesi sono pericolosamente al centro del mirino delle polemiche.

007 francesi nel mirino di polemiche infuocate

Eppure quel tir dell’orrore ha potuto accedere indisturbato sulla Promenade des Anglais. Il terrorista Mohamed Lahouaiej Bouhlel che lo guidava la notte del 14 luglio, è stato ripreso più volte quando, due giorni prima della strage, effettuava i suoi macabri sopralluoghi. Di più: solo dopo, dopo gli 84 morti e i tanti, tantissimi feriti, si è scoperto che il jihadista preparava il suo attentato da mesi, coadiuvato nell’organizzazione della strage, da diversi complici. E così, anche per lo scempio di Rouen, costata la vita all’86enne Padre Jaques, massacrato sull’altare dove stava celebrando la messa da ragazzini pronti a improvvisarsi killer spietati, da tempo nel mirino dell’intelligence. Detenuti scarcerati con obbligo di firma e braccialetto elettronico; sospetti che dovevano essere sorvegliati speciali degli 007 francesi, da quando provavorono, due anni fa, a partire per la Siria (poi bloccati in Turchia). Da quando, sul web, giurarono fedeltà all’Isis. Da quando, sui social, gli aspiranti terroristi in erba postavano messaggi di odio e d’incitazione alla violenza sui loro account Facebook, con tanto di foto del Califfo del terrore Al Baghdadi a stigmatizzare il tutto.

Valls: «Che errore liberare l’assassino di Padre Jacques»

Dunque solo ora, dopo sacrifici di massa e esecuzioni spietate, Hollande blinda Parigi: gendarmi armati sono entrati in servizio nelle spiagge del Paese, una prima assoluta, che durerà fino a fine agosto. Presidiata e monitorata a vista anche Paris-Plages, la battigia allestita ogni anno al Bassin de la Villette e sulle Rive della Senna, per chi passa l’estate in città o ci si reca in vacanza. Mentre saltano, per «l’assenza di sufficienti garanzie di sicurezza» – come reso no dalla prefettura – altre rassegne dell’estate parigina, come il Festival del cinema all’aperto, la pedonalizzazione degli Champs-Elysées il 7 agosto, o il torneo di basket previsto a Reuilly il 23 e 24 luglio. E solo ora si passa all’azione preventiva, davvero: con un richiedente asilo siriano posto in stato di fermo nell’ambito delle indagini sull’attentato a Saint-Etienne-du-Rouvray. E allora, secondo fonti giudiziarie citate da BFM-TV l’uomo ha 22 anni, ed è stato fermato giovedì nel dipartimento francese dell‘Allier e sarebbe legato in qualche modo ad Adel Kermiche, uno dei due jihadisti che martedì scorso hanno sgozzato padre Jacques Hamel nella chiesa di Santo Stefano. In totale sono state fermate fino ad oggi cinque persone, ma due di loro sono state rilasciate. Attualmente i fermati dall’antiterrorismo sono dunque tre: il richiedente asilo siriano, la sorella di uno dei due assalitori, Abdel Malik Petitjean, e il sedicenne fratello di un francese partito in Siria e fermato nei giorni scorsi a Saint-Etienne-de-Rouvray. E così – a conferma della fondatezza di recriminazini e accuse, polemiche e sgomento diffusi oltralpe e indirizzati sugli 007 francesi – cominciano ad arrivare le prime “ammissioni di colpa istituzionali”: «aver rimesso in libertà, anche se con il braccialetto elettronico, Adel Kermiche, uno dei due jihadisti che hanno assassinato padre Jacques Hamel a Saint-Etienne-du-Rouvray, è stato un «fallimento, bisogna riconoscerlo»: a dirlo, non per niente, è il primo ministro francese, Manuel Valls, in un’intervista rilasciata al quotidiano Le Monde.

Gli 007 turchi avvertirono la Francia sui terroristi di Rouen?

E a sedare gli animi e placare le polemiche non aiutano certo le ultime notizie in arrivo dal fornte trurco, da cui si apprende che Abdel Malik Petitjean, il secondo jihadista responsabile dell’esecuzione di padre Jacques Hamel insieme ad Adel Kermiche, venne segnalato agli 007 francesi dall’intelligence di Ankara. Stando alla versione parigina riportata dalla radio pubblica France Info quell’avviso, però, sarebbe arrivato «troppo tardi per permettere di fermarlo» in tempo. A disposizione degli 007 transalpini c’era solo una foto segnaletica a cui loro non sono riusciti ad associare un nome. Individuato dai turchi il 10 giugno scorso, lo jihadista nato nei Vosgi ma residente in Savoia era stato segnalato 15 giorni dopo alla Dgsi di Parigi. Petitjean viene immediatamente schedato con la lettera “S” (individuo radicalizzati a rischio di azione) il 29 giugno. Una procedura che al suo rientro avrebbe dovuto far scattare subito l’allarme e consentire, dunque, di fermarlo in tempo. Peccato solo che il futuro attentatore di Saint-Etienne-du Rouvray fosse già tranquillamente rientrato in Francia dall’11 giugno, prima ancora, dunque, di essere inserito nella black list degli uomini a rischio. Gli 007 pensavano che fosse ancora in Turchia o in Siria e invece era già “a casa”, fuori da ogni radar o controllo di frontiera, pronto a colpire la chiesa normanna insieme al compagno di sangue Kermiche. Entrambi radicalizzati, entrambi noti alla polizia, entrambi regolarmente schedati, uno addirittura sorvegliato speciale col braccialetto elettronico, eppure niente, i due hanno potuto agire indisturbati, portando a termine il loro atroce piano di morte. Un altro grave fallimento che incendia l’opposizione di destra di Nicolas Sarkozy e sulla base del quale, a meno di un anno dalle presidenziali del 2017, l’ex presidente invoca l’instaurazione di un nuovo «quadro giuridico» che preveda, tra l’altro, l’obbligo di residenza coatta per gli individui a rischio. Una richiesta a dir poco lecita, a cui Hollande risponde picche: nessuna concessione sulle regole democratiche e lo Stato di diritto perché. a detta del rpediente socialista, sarebbe darla vinta ai terroristi dell’Isis. Come se finora fosse la Francia a vincere…

 

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