Ostaggi sgozzati con lame affilatissime: i macabri dettagli della strage di Dacca
“Molti dei civili all’interno del caffè di Dacca sono stati uccisi dagli assalitori con lame affilate”. Lo riferisce l’esercito bengalese, facendo riferimeno ai micidiali machete, armi da taglio molto in uso da quelle parti. È solo uno dei tanti dettagli raccapriccianti della strage compiuta dall’Isis in un bar di Dacca, in Bangladesh, nel corso di un’azione che fa segnare un bilancio pesantissimo di vittime, almeno venti, di cui molti italiani e giapponesi. Le persone uccise nell’assalto jihadista al caffè di Dacca sarebbero state sgozzate, riporta il Telegraph, che cita un soccorritore e un ufficiale. I testimoni hanno detto che le vittime avevano profonde ferite al collo e alla gola. Chi sapeva recitare versi del Corano è stato risparmiato dai jihadisti, gli altri sono stati torturati, ha poi raccontato uno degli ostaggi tratti in salvo dal caffè di Dacca assaltato dall’Isis, secondo quanto riferisce il sito del quotidiano bengalese Daily Star. In particolare a riferirlo è stato Rezaul Karim, padre di Hasnat Karim, tenuto in ostaggio dentro l’Holey Artisan Bakery per oltre dieci ore. Un sito legato all’Isis, Amaq, che aveva già pubblicato la rivendicazione del Califfato all’attacco, ha diffuso foto di presunte vittime all’interno del ristorante: cinque o sei cadaveri di donne e uomini per terra, in pozze di sangue, fra i tavoli con ancora i resti della cena. I terroristi autori dell’assalto jihadista al caffè di Dacca erano tutti molto giovani, riferiscono testimoni ai media. “Avranno avuto al massimo 28 anni, erano magri e ho notato che non avevano la barba”, ha detto un testimone in un’intervista alla tv.