Bullismo, basta omertà. Il silenzio è l’alleato della violenza sommersa
Quando si parla di bullismo e omofobia spesso ci si limita a raccontare i casi di cronaca più eclatanti e si dimentica che il muro di omertà che nasconde i tanti episodi quotidiani è davvero insormontabile. Come scrive l’avvocato Caterina Grillone nell’introduzione al suo ultimo libro Dalla Violenza sui minori alla violenza dei minori. Bullismo, Omofobia, Devianza l’alleato più forte del bullismo è senza dubbio il silenzio: “Il silenzio di chi lo subisce e per paura o vergogna non parla, il silenzio di quelli che assistono alle violenze o alle dinamiche di esclusione e non dicono nulla per non esporsi, il silenzio degli insegnanti che molte volte non riconoscono la gravità di quello che accade a scuola o che, pur consapevoli, non dispongono di strumenti adeguati e di prassi consolidate per poter fermare la dinamica del sopruso, il silenzio dei genitori che non sempre danno la giusta importanza ai racconti dei figli”.
La tavola rotonda, organizzata presso la sala Sisto V della Facoltà di Teologia San Bonaventura Seraphicum in occasione della presentazione del libro della Grillone, ha messo insieme esperti del settore, tra cui Vincenzo Mastronardi (psichiatra, criminologo clinico e psicopatologo forense dell’Università La Sapienza), Roberto Thomas (già sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Roma, esperto di criminologia minorile), Isabella Rauti (Presidente della Onlus Hands Off Women), Giuseppe Pilera (Direttore Editoriale), Vincenza Palmieri (Presidente Inpef) e Giovanna Celia (psicoterapeuta), che si sono confrontati sulle possibili soluzioni per abbattere forme di violenza in età infantile, che spesso nascondono un malessere di origine familiare.
Tra le varie forme di bullismo, come ha osservato l’autrice del libro quello omofobo “è una triste realtà della nostra società e un problema tangibile del settore educativo. Contrastarlo è spesso difficile e faticoso specialmente in contesti in cui l’omosessualità è ancora un argomento tabù poiché considerata addirittura illegale”. Come sostiene Vincenzo Maria Mastronardi, il libro offre “l’inarrestabile esperienza di Caterina Grillone, avvocato criminologa e madre, che lotta quotidianamente per contrastare il il bullismo, la devianza minorile e l’omofobia e sottolinea giustamente il ruolo fondamentale della comunicazione alla base delle relazioni sociali, che aiuta a comprendere l’altro in modo empatico e a sensibilizzare, in questo caso il lettore, all’evidenza di certe problematiche sociali”.
Per Isabella Rauti, anche lei da sempre impegnata contro la violenza sulle donne, “di bullismo si può morire, che sia reale o virtuale. Si tratta di un fenomeno così diffuso e sommerso che si configura come un’emergenza sociale; misconosciuta, nascosta e negata ed il muro del silenzio è suo complice”. Ognuno di noi, ha ricordato la Rauti, “deve fare la sua parte, ognuno di noi è immerso in relazioni sociali ed educative è può fare qualcosa per le vittime e può e deve fare qualcosa contro il carnefice”.