I tre problemi della destra italiana: la Ue, gli Stati Uniti e i progetti sul futuro
L’uscita della Gran Bretagna dall’Europa, largamente imprevista ma realisticamente vincente, scompone tutti gli equilibri europei e determina la necessità delle Destre di darsi un progetto. A mio parere i cittadini inglesi hanno scelto di uscire dall’Europa tedesca e dall’Europa delle burocrazie finanziarie e amministrative di Bruxelles: due condizioni insopportabili per quel popolo. Altro che vecchi contro i giovani e nostalgici contro i fautori del progresso: l’Unione Europea, così come si era affermata, era un’Istituzione insopportabile per il popolo inglese. Il problema è che l’Unione Europea così come esiste è insopportabile anche per gli altri popoli europei, Germania a parte che ne trae grandi vantaggi, fin dall’imposizione del valore dell’Euro che ha raddoppiato il valore dei capitali tedeschi ed ha svalutato tutte le altre monete nazionali. Il marco ha determinato il valore fondante in parità e le nostre duemila lire un solo euro, tanto che in poco tempo il potere d’acquisto della nostra lira dimezzò, grazie alla grande intuizione economica di Romano Prodi (un euro = 1936,27 lire). In realtà l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea potenzialmente aumenta l’autonomia dell’Europa dagli Stati Uniti e di fatto potrebbe migliorare la difesa dei nostri interessi nazionali e continentali. Infatti la Gran Bretagna ha sempre rappresentato la cinghia di trasmissione tra il pensiero “forte” americano e la Ue. Ma è anche vero che la Gran Bretagna ha rappresentato un freno all’egemonia totale della Germania sul resto dell’Europa; nella storia un freno allo strapotere degli Imperi Centrali. Quindi la prima battaglia di opinione che va lanciata ai popoli europei dalla Destra, anche ora, dentro l’Unione Europea, è quella di una prima forma di aggregazione politica ed economica con la Russia, che è a pieno titolo Stato europeo dalla caduta del comunismo in poi (1989). La vicenda Ucraina non può più essere utilizzata per volontà di interessi terzi, ed estranei agli interessi europei, e le sanzioni dell’Europa alla Russia, che mettono in difficoltà soprattutto l’economia degli Stati Europei, vanno immediatamente revocate. Questa deve essere la prima battaglia di bandiera delle Destre europee. Secondo: un’Europa dai Pirenei agli Urali è un Continente forte, anche perchè avrebbe una continuità territoriale fino a Vladivostok, cioè fino alle acque dell’Oceano Pacifico, con una forte permeabilità sugli stati cerniera nell’Asia dell’ex Unione Sovietica e con il Continente asiatico in toto, che oggi rappresenta la centrale manifatturiera del mondo. Ciò significa scenari economici e commerciali illimitati, con un rapporto con popolazioni ormai decollate nell’area del benessere (soprattutto Cina ed India, ma anche Corea, Thailandia, Vietnam).
L’Europa deve ritrovare il suo ruolo di culla di civiltà e motore di sviluppo, nonchè di modello sociale e culturale. Terzo: l’Unione Europea come oggi è strutturata non è riformabile, deve essere sciolta e rifondata. Così come lo è stata la sinistra (il passaggio dai vecchi partiti comunisti ad altre forme) o altri Stati nazionali (vedi l’ex Jugoslavia o l’ex Cecoslovacchia). Non è pensabile mantenere le stesse regole e gli stessi uomini che sono oggi alla guida dell’Unione, tutti infetti di cultura e di ideologie nonchè di poteri perversi, che stanno togliendo l’anima, la ricchezza e la sicurezza sociale all’Europa, distruggendo benessere e lavoro, imponendo un garantismo che sta annientando la sicurezza delle persone e delle comunità di fronte alla criminalità, sta facendo dilagare droga e malessere per le nuove generazioni nonchè ci sta facendo conquistare e sottomettere dall’Islam, sia fondamentalista che cosiddetto moderato, anche in termini della sovranità economica e dell’identità delle nostre radici. Quindi riassumendo aprire le frontiere dell’Unione europea verso est, conquistare aperture verso l’Eurasia, uscire dal rapporto di sottomissione con le centrali bancarie e finanziarie americane, avere dignità ed autonomia nella Difesa, cercare nuove relazioni privilegiate con gli Stati laici dell’Africa e del Medio Oriente come Siria, Libano, Egitto e Tunisia. Questo deve essere il manifesto della nuova Destra Europea che deve alzare la bandiera dei populismi intelligenti e non isolazionisti, anzi la bandiera vera del populismo europeo.