Croce e Corano insieme, 23mila musulmani in chiesa per dire no all’Isis

31 Lug 2016 19:47 - di Robert Perdicchi

Croce e Corano. In Francia e in Italia migliaia di musulmani hanno partecipato oggi, ultima domenica di un luglio di sangue, alle Messe in segno di fraternità, di pace e di cordoglio. L’omicidio di padre Jacques Hamel, l’anziano sacerdote sgozzato mentre celebrava, nella chiesetta di Saint-Étienne-du-Rouvray, ha scosso la comunità islamica, perlomeno in questo spicchio d’Europa, e sollevato un’ondata di solidarietà. Lo testimoniano le nette parole di condanna del terrorismo pronunciate da tanti esponenti musulmani dopo l’orrore di Rouen, ma soprattutto le immagini, fortemente simboliche, catturate dalla cronaca, di commossi abbracci tra parroci, vescovi e imam in Francia e in Italia.

Da Rouen a Roma, un successo nei numeri

In Italia più di 23.000 musulmani hanno aderito all’appello delle le Comunità del Mondo Arabo in Italia (Co-mai) a recarsi oggi nella chiesa più vicina. Il dato sulla partecipazione è stato aggiornato nel pomeriggio da Foad Aodi, presidente Co-mai, che ha partecipato in mattinata alla messa nella chiesa di San Giuseppe a Cesenatico e che aveva fornito una prima stima. “La maggioranza dei musulmani che hanno aderito sono provenienti da Paesi arabi: palestinesi, giordani, libanesi, siriani, marocchini, tunisini e algerini” – ha precisato il presidente del Comai, che aveva lanciato l’appello a partecipare -. “In Emilia-Romagna hanno superato i 1.300. Tanti sono andati anche dopo la messa per un saluto. Sempre 1.300 sono stati i partecipanti anche nel Lazio”. “Un dato che preoccupa è che hanno aderito pochissimo i convertiti all’islam – ha aggiunto – .Ci dispiace, vuol dire che c’è ancora da lavorare. Hanno invece partecipato parecchie donne musulmane. Ad esempio a Santa Marinella e a Cerveteri sono andate delegazioni di donne. Comunque il dato complessivo è molto soddisfacente, ha superato le aspettative, ed è stato apprezzato anche dai vescovi che hanno ricevuto le nostre delegazioni. Un risultato ottenuto malgrado alcune voci fuori dal coro. Ma abbiamo ricevuto apprezzamento da italiani, laici e cristiani. Noi su questo impegno cercheremo di stare tutti i giorni, per combattere un terrorismo cieco”. Una straordinaria saldatura tra fedi diverse che certamente nasce sull’onda emotiva di un tragico evento ma che potrebbe segnare anche, come auspicato dal cardinale Bagnasco “l’inizio di un nuovo percorso”. “Non sempre abbiamo sentito una reazione corale, ora questo invece si sta creando. E’ vero infatti che il mondo dei musulmani è abbastanza frammentato per motivazioni di carattere teologico, che non ci competono, ma su questo punto fondamentale di condanna netta della barbarie si può essere tutti d’accordo. E ora mi pare – ha detto – che si vada in questa direzione”.

Musulmani in chiesa in tutta Italia

I musulmani in Italia hanno varcato la soglia delle chiese a Roma, nella storica chiesa di Santa Maria Trastevere (foto), a Torino, Milano, Padova, Novara, Bari, Firenze, Palermo, Verona, Siena, Trento, Bolzano, Sondrio, Terni, Spoleto, Fermo. E ancora a Bologna, dove una delegazione musulmana parteciperà martedì alla Messa in suffragio delle vittime della strage alla stazione, ad Assisi dove l’Imam e la sua famiglia si sono uniti alla comunità di frati per il pranzo, a Ventimiglia dove il parroco ha offerto simbolicamente anche ai musulmani pezzi di pane. A Genova, durante la celebrazione nella Cattedrale di San Lorenzo, quando la liturgia è arrivata allo scambio del segno di pace, i fedeli cristiani si sono spostati alla prima panca della navata centrale dove erano i musulmani e hanno stretto loro la mano.

L’anatema contro l’Isis dei musulmani

Dure le parole dell’imam bresciano di Vobarno, paese dove è cresciuto un foreign fighters italiano, che ha fortemente preso le distanze dai terroristi definendoli “criminali e falliti” senza temere ritorsioni: “Non ho paura. Come me la pensano gli altri Imam con i quali sono in contatto”. E ancora più esplicito Abn Al Gaffour, presidente del Coreis per l’Italia. “Quell’ ‘Allah u Akbar’ che pronunciano sempre – ha detto nella basilica di San Guadenzio, a Novara – mi ricorda tanto il ‘Gott mit uns’ dei nazisti, ma non si uccide in nome di Dio”. A Trieste davanti alla chiesa Notre Dame de Sion si sono riunite la comunità cattolica, quella musulmana e quella serbo-ortodossa e insieme hanno cantato e pregato esibendo striscioni con la scritta “Il terrorismo non è l’Islam”. “Qui siamo a casa” hanno detto gli imam durante la messa a Santa Maria in Trastevere a Roma. E con un “Salam aleikum”” ha concluso Abdullah Cozzolino, segretario generale della Confederazione islamica italiana, parlando dall’altare della Cappella del Tesoro di San Gennaro del Duomo di Napoli; poi si è stretto in un abbraccio con il vescovo ausiliario mons. Acampa.

La soddisfazione dell’Imam Yahya Pallavicini

“Desideriamo ringraziare la Conferenza Episcopale Italiana, in particolare il suo presidente Eminenza Cardinale Angelo Bagnasco per aver sostenuto l’iniziativa, con l’auspicio che questo sia ‘l’inizio di un percorso nuovo’. Desideriamo ringraziare le diocesi e le parrocchie che hanno voluto accogliere questo nostro salutsimbolico”, è il commento dell’Imam Yahya Pallavicini, presidente della Comunità Religiosa Islamica Italiana. “Ringraziamo – prosegue a nome dei musulmani – tutte le comunità islamiche presenti sul territorio e il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per aver espresso il proprio particolare apprezzamento e sostegno all’iniziativa, definendola ‘molto significativa'”.

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