Berlusconi domani sarà dimesso. FI boccia le tesi di Confalonieri
Sarà dimesso domani Silvio Berlusconi, ricoverato al San Raffaele dallo scorso 14 giugno. La notizia era nell’aria, e trova conferma in fonti dello stesso ospedale e nella valutazione fatta dalla figlia Marina ai giornalisti: “Sta abbastanza bene, sta recuperando, anche se i tempi di recupero per questa operazione sono piuttosto lunghi”. I medici hanno deciso che l’ex premier potrà quindi continuare questa fase di recupero a casa.
Su Forza Italia incombe anche la preoccupazione di smentire la tesi avanzata da Confalonieri di un appoggio azzurro a Renzi. Ipotesi che anche Giovanni Toti, governatore della Liguria, si è affrettato a smentire: “Ho sentito Confalonieri ripetutamente in queste ore: nessuno parla di riavvicinamento a Renzi. Lui, che non ha cariche in Forza Italia, parlava a nome di un’azienda che, come tutte, ama la stabilità di governo”. “Le aziende – ha detto ancora Toti – amano le proiezioni verso il futuro certo e in epoche incerte, vedi il caso Brexit, tifano per la stabilità. La stabilità è un sentimento diffuso nelle aziende, ma non in chi ora fa l’opposizione politica. Prendere le parole di Confalonieri come quelle di un leader politico è sbagliato”.
Su input dello stesso Berlusconi la linea di opposizione di Forza Italia era stata ribadita domenica anche dalla senatrice Anna Maria Bernini: “Chi mette in dubbio il ruolo centrale di opposizione e di alternativa al governo Renzi di Forza Italia dimostra di non seguire con adeguata attenzione quello che accade quotidianamente in Parlamento. L’opposizione liberale, così come è sempre stata interpretata da Silvio Berlusconi e da Forza Italia, non è una gara a chi la spara più grossa o a chi grida più forte. Basta andare a vedere, tra commissioni e Aula, quante volte la maggioranza viene messa in difficoltà nell’approvazione dei provvedimenti e da chi provengono le singole iniziative di modifica di tali atti”.
In una linea “morbida” di Forza Italia confida invece il senatore di Ap Maurizio Sacconi che, in una lettera ad Alfano, scrive che “proprio Silvio Berlusconi potrebbe essere capace di scelte generose facendo prevalere “cuore e pancia” rispetto al piccolo calcolo della immediata opportunità politica”.