Uccide la compagna davanti alla figlia 12enne: si erano conosciuti sui Social

29 Giu 2016 12:48 - di Paolo Lami

Al termine di un violento litigio ha ucciso, a colpi di pistola, la sua compagna, conosciuta sui Social, a davanti alla figlia 12enne della donna.
Poi ha avvertito un amico chiedendogli di avvertire i carabinieri che lo hanno arrestato.
E’ accaduto a Dorno, un comune della Lomellina di quasi cinquemila abitanti, nel Pavese, dove un infermiere di 51 anni, Roberto Garini, ha ucciso la sua compagna, Manuela Preceruti, 44 anni di fronte alla bambina 12enne che la donna aveva avuto da una precedente relazione, nell’appartamento di una palazzina a due piani occupato dalla coppia, in via Monsignor Passerini, nella zona centrale del paese.
L’uomo e la donna vivevano in due appartamenti contigui ma separati. Negli ultimi tempi la loro relazione, iniziata due anni fa dopo essersi conosciuti su un social network, era diventata sempre più burrascosa, con continui litigi.
“Una relazione complicata”, la definiva lo stesso Roberto Garini nel suo profilo su Facebook, mentre lei considerava la loro una coppia di fatto.
L’ultima discussione è scoppiata ieri sera poco dopo le 23. Secondo una prima ricostruzione, Emanuela Preceruti si è chiusa in bagno, in casa, ma lui ha sfondato la porta, l’ha inseguita e raggiunta, sparandole almeno sei colpi con una pistola calibro 9. Non ha avuto scampo.
La figlia 12enne ha assistito a tutto, è stata colpita di striscio e ha fatto finta di essere morta. Questo le ha salvato la vita. Poi è saltata da un balcone ed è corsa in strada gridando in cerca di aiuto, pur se ferita leggermente, di striscio, in modo accidentale.
Roberto Garini, invece, ha fatto ritorno nel suo appartamento e ha avvisato con un sms un conoscente, al quale ha riferito quel che era accaduto, pregandolo di chiamare le forze dell’ordine.
Quando i carabinieri di Garlasco e Vigevano sono arrivati in via Passerini a Dorno, si sono avvicinati con cautela, non sapendo bene quale situazione di sarebbero trovati di fronte. La porta dell’alloggio dell’infermiere era aperta. La pistola era appoggiata sul tavolo e l’uomo camminava in casa, piangendo e fissando il vuoto. Si è consegnato ai militari senza opporre resistenza.

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