Il terremoto grillino fa tremare anche Firenze: lascia l’Ad di Publiacqua (Acea)
L’onda lunga del terremoto politico targato Cinque Stelle arriva a lambire anche Firenze e le banchine dell’Arno. E costringe l’amministratore delegato di Publiacqua, Alessandro Carfì, responsabile del disastro che ha provocato il crollo di un lungo tratto del Lungarno, a chiedere al gruppo Acea, possessore del 40 per cento di Publiacqua, che lo aveva indicato sulla poltrona, di impegnarlo in un incarico diverso prevedendo un avvicendamento nel ruolo di amministratore della società.
«La voragine di Lungarno Torrigiani – scrive Carfì nella nota con cui ha informato il presidente di Publiacqua Filippo Vannoni della sua decisione, «è stata una prova difficile e nuova per Publiacqua. La società si è mostrata tuttavia pronta e reattiva sia nel gestire l’evento che le conseguenze. Voglio ribadire che resto convinto che la società, in tutte le sue articolazioni e responsabilità, ha operato con la dovuta diligenza. Il tempo e le analisi in corso sui fatti accaduti si incaricheranno di dimostrarlo anche a chi ha avuto ed ha opinioni diverse. La generosità, la competenza tecnica e la dedizione con la quale la società si è cimentata sin dalle prime ore nella ricostruzione sono la prova più tangibile di quanto questa grande realtà industriale sia un patrimonio prezioso per Firenze e per l’intera Toscana. A distanza di qualche settimana e superata la fase più critica, avverto la necessità che il clima di collaborazione tra Publiacqua, tutti i suoi azionisti e le responsabilità coinvolte nella ricostruzione sia ancora più solido e ispirato dalla serenità e massima collaborazione. Per favorire ciò ho chiesto al mio gruppo di impegnarmi in un diverso incarico prevedendo un avvicendamento nella responsabilità di amministratore delegato della società». Vannoni, appresa la notizia, ha ringraziato l’amministratore delegato del lavoro fin qui svolto e della disponibilità data in questa occasione nell’interesse della società.
Resta il fatto che diversi tecnici, anche nell’immediatezza del fatto e pure successivamente, hanno puntato il dito sulla municipalizzata per gli errori commessi nella gestione dell’emergenza, una catena fatale di cantonate che avrebbero poi portato allo sprofondamento della strada mettendo alla berlina, su tutti i siti internazionali, una delle città più amate e più belle del mondo. Resta da attendere l’inchiesta che la Procura di Firenze ha aperto con l’accusa di disastro colposo.