Di Stefano: «Non ci vogliono come alleati? Orgogliosi di batterci da soli»

7 Giu 2016 16:34 - di Antonio Pannullo

Simone di Stefano, 39 anni, candidato sindaco Casapound a Roma, è molto soddisfatto per il risultato ottenuto.«Rispetto alle comunali del 2013 abbiamo semplicemente raddoppiato i voti, passando dallo 0,56 all’1,18. Ci sono state nella capitale performance importanti, come ad esempio 3,28 nel IV municipio, il 2,28 per cento nel XV e il 2 nel X. Addirittura a Ostia, dove però non si votava per il municipio, abbiamo superato in alcuni seggi il 10 per cento. E il tutto, da notare, senza praticamente la copertura mediatica che hanno avuto gli altri». Come è andata nel resto d’Italia? «Anche qui abbiamo avuto numerose soddisfazioni: mi limiterò a citare i buoni risultati di Latina, Milano, persino Torino, dove eravamo presenti per la prima volta, Lanciano, Sulmona. Per non dimenticare Bolzano, dove poche settimane fa abbiamo ottenuto quasi il 7 per cento e tre consiglieri comunali. Quello a cui noi puntiamo in futuro è il 3 per cento su scala nazionale, e non è un traguardo impossibile. Insomma, il movimento cresce e si radicalizza sul territorio». «È inutile negarlo, ci aspettavamo di più – ha detto ancora Di Stefano, che è cresciuto alla Garbatella e proviene dal Msi -, ma è chiaro che per noi ogni voto va conquistato singolarmente».

Di Stefano soddisfatto del voto: abbiamo raddoppiato

Di Stefano ha più volte dichiarato che l’attività politica di Casapound proseguirà esattamente come prima delle elezioni. Il movimento continuerà a battersi – dicono a CasaPound – soprattutto nel settore sociale, nelle periferie, in difesa della popolazione. Il fatto che nessuno voglia i voti di CasaPound non sembra preoccupare Di Stefano più di tanto: «Siamo orgogliosi – ha detto al comizio di chiusura della campagna elettorale pochi giorni fa – di lottare contro tutti, perché politicamente siamo lontanissimi da ogni aspetto di questo sistema politico. Io credo che in capo a pochissimi anni cresceremo e saremo in grado di portare nostri rappresentanti nelle istituzioni, dai consigli comunali ai consigli regionali alla Camera e al Senato, così la gente giudicherà il nostro operato». Di Stefano ha preso infine l’impegno che, su Roma ma anche altrove, CasaPound si batterà per impedire l’apertura di nuovi centri di accoglienza per immigrati, preferendo destinare quelle strutture a famiglie italiane. «La Raggi sappia che su questo nella capitale troverà da parte nostra un’opposizione durissima», ha concluso.

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