Ripubblicato il saggio di de Benoist sulla democrazia: riflessioni sempre attuali
Viene presentata oggi a Roma, (alle 17,30 a Palazzo Ferrajoli in piazza Colonna), la nuova edizione del saggio di Alain de Benoist Democrazia, il problema, inserito nella collana “I Libri del Borghese”. Il volume, che si avvale di una prefazione alla nuova edizione dello stesso de Benoist e di un corposo saggio introduttivo del curatore Giovanni Sessa, sarà presentato dallo stesso curatore, da Paolo Borgognone, filosofo e saggista, e da Giuseppe Del Ninno, fra gli animatori, insieme con Marco Tarchi ed altri, della “nuova destra” italiana. Moderatore sarà l’editore Luciano Lucarini.
Il saggio di Alain de Benoist “Democrazia, il problema”
Il saggio di Alain de Benoist, uscito in Francia nel 1982 e pubblicato in Italia nel 1985 dalla editrice Arnaud, con la traduzione, la cura e la postfazione di Marco Tarchi, conserva la sua validità e attualità, malgrado i mutamenti epocali verificatisi tanto nell’intero pianeta che in Italia. Molte delle analisi critiche elaborate dall’autore hanno trovato conferma nelle tendenze di fondo e, soprattutto, nelle aperture di crisi sul piano politico, sociale, economico dei nostri giorni. De Benoist, che all’epoca riportò nel perimetro della cultura “di destra” le riflessioni sulla democrazia, già avversata da chi ne condannava soprattutto la supremazia conferita dagli aspetti quantitativi della realtà e ne stigmatizzava le fonti di legittimazione esclusivamente laiche, si riconnette alla polis greca, rimettendo in valore le categoria della comunità, delle radici, del destino comune: in una parola, del demos.
Populismo ed elité, riflessioni e spunti attuali
Per tale via, esprime un giudizio negativo sulla democrazia liberale – a suo parere, una contraddizione in termini, come già notava Carl Schmitt: «Più una democrazia è liberale, meno è democratica» – in quanto negatrice dei diritti e della libertà di un popolo, a vantaggio dei diritti e della libertà dei singoli individui, postulati come uguali. Così, la democrazia rappresentativa porterebbe inevitabilmente alla costituzione di pseudo rappresentanti – quella che oggi viene definita sprezzantemente “la casta” – e svilirebbe la stessa nozione di cittadinanza. Non manca un accenno al populismo, un fantasma che sembra ritornare ad ogni periodo di crisi e che, secondo l’autore, sarebbe «il partito dei conservatori che non hanno partiti», e rappresenterebbe «l’inizio di una resistenza di un popolo contro le sue élites, in quanto ha compreso che lo conducono al baratro». Insomma, un testo che fornisce strumenti di approfondimento a chi non voglia rassegnarsi alla deriva che sta coinvolgendo, ai vari livelli, non solo le Istituzioni, ma le stesse società del nostro paese e del nostro Continente.