Protesta finita, i migranti tornano in tendopoli: ma i problemi restano sul campo

9 Giu 2016 13:25 - di Giulia Melodia

I migranti che hanno manifestato per le strade di San Ferdinando in segno di protesta contro l’uccisione dell’immigrato malese che aveva ferito a coltellate un carabiniere intervenuto nel campo calabrese, sono rientrati nella tendopoli che si trova a metà strada tra San Ferdinando e Rosarno. Poco prima, una delegazione in rappresentanza dei manifestanti era stata ricevuta al Municipio, che ha ospitato un incontro con il vicequestore vicario di Reggio Calabria, Roberto Pellicone.

La manifestazione di migranti finisce con l’incontro in Municipio

Nel corso dell’incontro, alle recriminazioni e alle proteste mosse dagli immigrati in relazione a quanto accaduto nella tendopoli 24 ore prima, i funzionari della Questura di Reggio Calabria hanno replicato sottolineando il delicato ruolo svolto dalle forze dell’ordine in quelle terre difficili, forze dell’ordine che – è stato ribadito una volta di più in Municipio – «non sono nemiche dei lavoratori extracomunitari, ma si pongono anzi a loro difesa. Prova ne è l’azione portata avanti contro il caporalato e il lavoro nero nella zona della Piana di Gioia Tauro, dimostrata dall’esito di diverse operazioni di polizia».

Maurizio Gasparri: «Rimuovere campi e insediamenti»

E a proposito della Piana di Gioia Tauro, e in merito a quanto accaduto da mercoledì ad oggi dalla tendopoli calabrese alle strade di San Ferdinando, si è espresso in queste ore anche il senatore azzurro Maurizio Gasparri che, nel commentare le vicende salite “agli onori” della cronaca, ha rimarcato negativamente l’assenza dello Stato in una terra diufficile come quella, e che dura ormai da troppo. «È incredibile che a Rosarno, nella piana di Gioia Tauro, da anni si assista alla fuga dello Stato che lascia prosperare veri e propri lager in cui si accumulano stranieri trattati con paghe da fame per attività agricole. Sotto ogni tipo di governo queste situazioni sono state tollerate», ha poi denunciato il vice-presidente di Palazzo Madama, aggiungendo a stretto giro come «ora, anche nell’interesse di chi viene sfruttato, bisogna porre fine a questa situazione con una sola risposta: rimuovere campi, insediamenti e presenze di ogni genere; espellere persone, allontanarle dall’Italia e punire anche chi lucra su questo lavoro sottopagato». Secondo Gasparri, allora, «non è più tollerabile quanto avviene. Non ci sono motivazioni sociologiche, economiche o di altra natura – ha poi concluso il senatore di Forza Italia – che possano giustificare una realtà così inquietante. Anche le forze dell’ordine si trovano ad agire in contesti inaccettabili, con il rischio di essere uccisi e con la necessità di doversi difendere come ha fatto il carabiniere a Rosarno. Ripulire quelle zone è un dovere prioritario per lo Stato. Non c’è solo l’immigrazione clandestina, ma anche la criminalità, contro la quale la lotta deve essere sempre più decisa e coraggiosa».

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