Comunali Milano: testa a testa tra Sala e Parisi, flop dei Cinquestelle
Nessuna sorpresa a Milano dove (dati relativi a 1.106 sezioni su 1.248) la sfida tra i due manager Giuseppe Sala, del centrosinistra, (al 41,6%) e Stefano Parisi, centrodestra, (al 41%) verrà decisa al ballottaggio.
Ma la vera novità è l’affluenza ferma al 54,6%, ben al di sotto del 67,6% del 2011. Beppe Sala avrebbe comunque sofferto poco la candidatura a sinistra di Basilio Rizzo, presidente uscente del Consiglio Comunale a capo della lista Milano in Comune, che avrebbe preso meno del 5% dei voti: anche perchè la coalizione dell’ex commissario unico di Expo comprende anche Sel. “C’era anche chi raccontava di un sorpasso che mi pare non esista”, ha commentato il ministro per le politiche Agricole Maurizio Martina. “Sono dati molto buoni – ha aggiunto – siamo molto soddisfatti. Adesso si lavora a testa bassa per raggiungere un buon risultato al ballottaggio”. Il candidato del centrodestra, che nel capoluogo lombardo si è presentato compatto con una coalizione che comprende Forza Italia, Lega Nord, Fratelli d’Italia, Alleanza popolare e Italia Unica di Corrado Passera, è soddisfatto: “Sono molto contento – ha detto – Tre mesi fa nessuno mi conosceva e Sala era molto noto dopo l’Expo. La maggioranza dei milanesi ha votato per cambiare, la partita è molto aperta e abbiamo grandi possibilità di farcela. Se la differenza fosse di 5 punti, sarebbe il miglior ballottaggio di tutta Italia”. “A Milano la sfida è tutta aperta fra quindici giorni: zero a zero e palla al centro, c’è una città da rilanciare”, ha detto Matteo Salvini. Parisi e Sala per il 19 giugno avranno bisogno di conquistare il maggior numero di voti provenienti dal M5S, che rispetto al 3,2% del 2011 è cresciuto, ma non come in altre grandi città come Roma e Torino. Corrado si è fermato tra il 10 e il 15% e ai suoi elettori si è rivolto esplicitamente Stefano Parisi: “Chiederò il voto a tutti coloro che vogliono cambiare a Milano, anche al M5S”, ha detto Parisi. Parole subito respinte al mittente dal senatore Vito Crimi: “Mi fanno ridere. Si sono alternati tutti su Milano, tra destra e sinistra, e sono sempre lì, sono sempre gli stessi”. “Non abbiamo mai dato indicazioni di voto e non lo faremo”, ha aggiunto, poiché “chi dà indicazioni di voto giudica gli elettori come un gregge”. Sorprendenti i dati sull’affluenza: nel 1970 il 94,1% dei milanesi era andato a votare per le amministrative, nel 2001 l’affluenza era ancora dell’82%, nel 2006 e nel 2011 era calata al 67,6% e oggi è crollata al 54,66%, con i votanti nel Municipio 1, cioè del centro storico, che superano di poco il 50%. “L’affluenza se è bassa è evidente di chi è la responsabilità”, ha detto Parisi. “Speravo un pochino meglio ma c’è stato un ponte, quindi…”, ha commentato Sala. “E’ un dato estremamente negativo”, ha detto Gianluca Corrado. “Ha influito molto sull’affluenza la scelta del week end di ponte e la scelta del governo di non estendere al lunedì la possibilità di votare”